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Hai presente quando, prima di acquistare un prodotto nuovo, attivi la modalità stalker e recuperi fino alla prima recensione mai scritta? 🤓
Ecco, per chi è alla ricerca di lavoro succede lo stesso: secondo uno studio di LinkedIn oltre il 75% dell* candidat* si informano sulla reputazione dell’azienda prima di proporsi, e il 70% non accetta il lavoro se non condivide i valori della compagnia.

In poche parole, se la reputazione della tua azienda è pari a quella di Darth Vader è difficile che tu riesca ad attrarre talenti. Ecco perché iniziare a costruire strategie di employer branding è fondamentale.

Che cos'è l'employer branding

A fare employer branding vincono tutt* 🥳

Sì, perché quando la brand identity di un’azienda è positiva e ben definita, questa è più attrattiva agli occhi delle future risorse, di chi già ci lavora e anche dell* clienti.

Si tratta quindi di una serie di strategie messe in campo per raccontare l’azienda e la sua cultura, sia all’interno dell’ambiente lavorativo che fuori. L’obiettivo è posizionarsi come luogo migliore in cui lavorare.

Perché è importante fare employer branding?

Ti sblocchiamo un ricordo: è intelligente, ma non si applica. Sì, è proprio la frase che diceva la tua prof delle media a tua madre durante i colloqui di classe.

Scuole a parte, non fare employer branding significa la stessa cosa: non sfruttare il potenziale che l’azienda ha.

Farlo, invece, permette di collaborare con persone di talento e questo vuol dire fare crescere la compagnia. In più, avere dipendenti soddisfatt* è il primo passo per costruire una reputazione positiva. Insomma, non è solo una strategia per attrarre e mantenere talenti ma un’attitudine di cui può beneficiare l’intera azienda.

Ma se ancora non ti abbiamo convinto, andiamo ancora di più nel concreto.

Con l’employer branding:

  • il costo delle assunzioni può diminuire fino al 50%, saranno l* talenti a venire da te
  • il turnover si abbassa fino al 30%, le persone non vorranno lasciare un’azienda in cui stanno bene
  • l’onboarding è più rapido, chi ti sceglie condivide già valori e cultura aziendale
  • persone più coinvolte portano risultati migliori, sia in termini di produttività che di coinvolgimento.

Da dove partire

Come per tutte le strategie complesse non esiste una formula magica. Ci sono però passaggi da seguire, ma soprattutto professionist* preparat* per farlo: sì, car* HR si parla proprio di te.

Poniti le domande giuste

“Cosa vorrei che pensassero le persone dell’azienda?” Un po’ come l’essere o non essere di Amleto, questa domanda guiderà l’intera strategia di employer branding. Una volta definito questo si scende più nel concreto.

Valuta il materiale esistente

Dal sito web alle job description, tutto ciò che l’azienda usa per presentarsi all’esterno fa parte del modo in cui costruisce la sua reputazione. La prima cosa da fare è valutare tutto questo materiale e capire se è in linea con l’identità dell’azienda.

Brand analysis

Chi meglio dell* dipendenti può darti un parere reale? Parla con loro, chiedi cosa gli piace e cosa cambierebbero. Più feedback raccogli, più efficace sarà la tua strategia.

Consigli e best practice

Ok, analisi preliminari fatte. E ora? A questo punto si passa all’azione 🚀

Abbiamo raccolto una serie di consigli per aiutarti a mettere in pratica la tua strategia. 

Adotta un approccio sistemico

Il tuo unico obiettivo non deve essere attrarre talenti. Altrimenti non si chiamerebbe employer branding ma talent acquisition 😅

Per questo l’approccio deve essere sistemico: dai colloqui ai programmi di fidelizzazione, dalle comunicazioni interne a quelle esterne all’azienda. Tutto deve seguire la stessa strategia.

Presidia i social

Sì, lo sappiamo, non sei un* SMM. Però devi ricordarti che i social sono tuoi amici 🫂

Spesso la prima impressione di un’azienda passa proprio da questi. Usali per raccontare eventi, attività aziendali, programmi di formazione. Insomma tutto quello che rende unica la tua compagnia. 

Promuovi programmi di formazione

Chi cerca lavoro cerca opportunità professionali in grado di offrire qualcosa in più del solo stipendio, una di queste è la formazione. Garantire la possibilità di crescere a livello professionale è indispensabile per costruire un’immagine aziendale positiva. 

P.S. questo non vuol dire che ci si debba dimenticare degli stipendi, non si vive di sola formazione 🤓

Crea relazioni rilevanti

No, non siete una grande famiglia. Creare relazioni sul lavoro significa altro. Vuol dire fornire supporto all* dipendenti, favorire ambienti di lavoro inclusivi che facciano sentire le persone accolte e stimolate.

Preoccupati della responsabilità sociale

La reputazione di un’azienda dipende anche dal suo modo di relazionarsi con il mondo. Investire risorse e tempo in cause che sposano i valori dell’azienda è uno dei modi migliori per attrarre talenti con cui condividere valori. 

Insomma, per poter fare employer branding servono soprattutto due cose: 

  • un’azienda che abbia davvero a cuore dipendenti e futuro, altrimenti è social washing e tanto ti beccano subito 🤗
  • professionist* HR in grado di elaborare e mettere in atto strategie concrete.

Per la prima non ti possiamo aiutare, ma per la seconda puoi dare un'occhiata al nostro corso intensivo in formato blended in Employer Branding 😍

Fonti:
Employer Branding: tutto quello che devi sapere
L’Employer Branding? Il lato marketing che ogni professionista HR dovrebbe avere

Articolo aggiornato il: 20 marzo 2024
Talent Garden
Scritto da
Talent Garden, Digital Skills Academy

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