Il tema della sostenibilità in ambito sociale, ambientale e di governance aziendale (ESG) costituisce una delle principali sfide strategiche di miglioramento aziendale per i prossimi anni, in grado di generare valore e investimento. Cresce infatti sempre di più la necessità per le aziende di attrezzarsi sul fronte della sostenibilità, anche in applicazione delle normative europee sul tema e i relativi obblighi per gli stati membri. 

Il Governo Italiano deve recepire nella legislazione nazionale, entro il 6 luglio 2024, la nuova direttiva, chiamata CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), che impone la redazione di un bilancio di sostenibilità. In questo articolo tracciamo un breve profilo della direttiva europea, le aziende a cui si rivolge e le modalità con le quali dovranno recepirla e portarla a conoscenza di stakeholders, clienti e investitori sulla performance di sostenibilità aziendale. (Cercheremo di farla facile😜) 

 

Cos’è il bilancio di sostenibilità 

Con l’entrata in vigore della direttiva CSRD, le aziende europee ad essa assoggettate dovranno comunicare le azioni intraprese nella direzione delle strategie di sostenibilità, redigendo un vero e proprio rendiconto che dimostri cosa si è fatto, mediante indicatori d'impatto, risultati attesi ed eventuali scostamenti dai target prefissati. 

Si tratterà pertanto di promuovere una rendicontazione più completa e affidabile, potenziando la trasparenza e prevenendo il greenwashing, garantendo che le informazioni sulla sostenibilità siano verificate e comparabili. 

La mancanza di concretezza e veridicità di informazioni legate alla sostenibilità ha infatti portato varie aziende in Italia e nel mondo a gravissime ripercussioni economiche e reputazionali. 

La direttiva ha il duplice scopo di permettere, da un lato, agli utilizzatori delle informazioni e agli stakeholder la comprensione degli impatti che la società genera in termini di sostenibilità e dall’altro, di come tali fattori di sostenibilità influenzino lo sviluppo, le attività e le performance della società stessa. 

L’impatto del CSRD è notevole: ad oggi sono le aziende quotate in borsa o di interesse pubblico a dover presentare il bilancio di sostenibilità. Tuttavia, proprio a causa della nuova Direttiva UE, il numero di aziende obbligate all'adempimento aumenterà notevolmente già nel 2024, con anticipi sull’aggiunta di nuovi soggetti anche per il 2026. Andiamo adesso a vedere quali sono le aziende coinvolte e che caratteristiche hanno.

 

A chi è rivolta la direttiva

I soggetti principali a cui si rivolge la direttiva sono le grandi imprese e PMI italiane
Saranno oltre 6.000 le PMI italiane, ed oltre 50.000 aziende in tutta Europa, che saranno assoggettate alla direttiva. Queste avranno l’obbligo di pubblicare il proprio report di sostenibilità dal 2024, con i dati e le informazioni riferite all’anno precedente. Nello specifico, l 'obbligo di redazione del bilancio si applica dal 1° gennaio 2024 per: 
Tutte le grandi aziende, quotate e non quotate, con oltre 250 dipendenti e un fatturato annuo superiore a 40 milioni di euro o un totale di bilancio superiore a 20 milioni di euro.
Le aziende quotate nei mercati regolamentati dell’UE, ad eccezione delle micro-imprese; Aziende di paesi extra-UE che generano un fatturato sostanziale all’interno dell’UE.
Tra le motivazioni di fondo considerate nella realizzazione della direttiva, ci sono le richieste crescenti degli investitori in tema di finanza sostenibile (se ne vuoi sapere di più, guarda qui) e di avere informazioni precise e puntuali sull’impatto ambientale, economico, sociale e di governance dell’azienda. 
La direttiva stabilisce inoltre i parametri degli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), che ampliano l'attenzione sui temi ESG, obbligando la loro inclusione nella relazione finanziaria annuale. Sicuramente la necessità di rispettare i criteri ESG ha portato ad una forte accelerazione dal lato normativo e politico, verso l’aggiornamento delle regolamentazioni a livello nazionale ed europeo, nell’ottica di costruire un vantaggio competitivo che permetta alle aziende di sopravvivere nel lungo periodo. 

La presentazione di questo report lega inevitabilmente il discorso anche alla questione della doppia materialità
Il concetto di doppia materialità si riferisce all’obbligo Inside-out per le aziende di considerare i fattori che influenzano la performance generale aziendale 
Outside-out, ovvero di come l’azienda stessa impatta su persone, governance, 
sviluppo e ambiente. 
Si, forse non sembra così semplice, ricapitoliamo le sigle:

CSRD (Corporate sustainability Reporting Directive), la nuova direttiva di cui parliamo; ESRS (European Sustainability Reporting Standard), gli standard che in UE hanno portato alla definizione degli obiettivi di sostenibilità;                                                  ESG, (Enviromental, Social, Governance) topic fondamentali a cui le aziende devono far capo nel loro operato.

Un po’ più chiaro? Nessuno nasce con le competenze in tasca... specialmente in un 
argomento così esteso e complesso, è fondamentale rimanere sempre in 
aggiornamento, coltivando le proprie competenze in ambito tanto aziendale e 
lavorativo, quanto personale e di vita quotidiana! 
Ma nello specifico in questo campo, quali sono le competenze che bisognerebbe 
sviluppare per essere un pro di sostenibilità?

 

Quali competenze? 

Le competenze “green” diventeranno un must have in qualsiasi ambito aziendale. 
In particolare, è necessario che i dipendenti quanto i dirigenti, siano in grado di possedere competenze trasversali tra cui: 
1. L’elaborazione di una strategia di Digital Transformation ottimizzata per le diverse conformazioni aziendali
2. Analizzare l’impatto della Digital Transformation sull’industry 4.0 grazie alla metodologia Agile Costruire un Report di sostenibilità chiaro ed efficace.
3. Dialogare con chi si occupa di finanza in merito ai criteri ESG nella sostenibilità aziendale.
4. Definire il concetto di doppia materialità e la sua analisi come strumento di pianificazione strategica 

 

Conclusioni 

Discutere del futuro significa discutere delle competenze eco-sostenibili e imprese e lavoratori si attrezzeranno sempre di più su questo argomento. Come evidenziato, la formazione svolgerà un ruolo fondamentale in questo contesto. È imperativo che l’istruzione punti a formare sempre di più sulla sostenibilità, per avviare l’istruzione degli studenti prima di tutto, mentre le imprese dovrebbero seguire questo tragitto offrendo una formazione continua e sempre aggiornata per i propri dipendenti, in ottica di trasformazione e consapevolezza, presente e futura. 

Apprendi, applica, confrontati, migliora sono il nostro mantra costante

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Articolo aggiornato il: 28 giugno 2024
Talent Garden
Scritto da
Talent Garden, Digital Skills Academy

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