Come costruire un portfolio UX/UI che parli il linguaggio dei recruiter


Creare un portfolio di design non è soltanto mostrare progetti ben fatti: significa progettare un’esperienza che convinca chi ti osserva, proprio come fosse un prodotto. In pochi minuti, un recruiter decide se proseguire con la tua candidatura o passare oltre. Ecco perché il tuo portfolio deve parlare il loro linguaggio e trasmettere subito chi sei e cosa puoi portare in azienda.
Mettersi nei panni del recruiter
Il primo errore da evitare è pensare al portfolio solo come una galleria estetica. Un recruiter ha pochissimo tempo a disposizione e spesso guarda decine di candidature in una sola giornata. La loro attenzione si concentra sui primi minuti e sui progetti che riescono a colpire subito. Per questo, il consiglio è di mettere in primo piano i lavori migliori, accompagnandoli con un contesto chiaro: qual era l’obiettivo, quale ruolo hai avuto, quanto tempo è servito e quali risultati concreti sono stati ottenuti.
Struttura chiara e immediata
Un portfolio efficace non ha bisogno di essere infinito: meglio scegliere pochi progetti, due o tre case study ben sviluppati, piuttosto che dieci poco approfonditi. Ogni caso dovrebbe mostrare versatilità, ad esempio includendo sia applicazioni mobile che progetti web, oppure fasi di ricerca utente oltre che di prototipazione. Non dimenticare che il portfolio stesso è un test delle tue capacità di design: deve essere semplice da navigare, coerente visivamente e leggibile senza sforzo.
Racconta un processo, non solo un risultato
Mostrare soltanto schermate belle non basta. Ciò che interessa a un recruiter è capire come ragioni e come arrivi alle soluzioni. Per questo, inserisci nel portfolio il processo: la ricerca con gli utenti, le personas, i wireframe, i test di usabilità, gli errori iniziali e le iterazioni che ti hanno portato alla versione finale. Questo trasforma un progetto in una storia credibile e dimostra le tue capacità di problem solving.
Il portfolio come vetrina delle tue competenze
Ricorda che il tuo sito portfolio è già un prodotto digitale. Se non funziona bene, comunichi l’esatto opposto di ciò che vuoi dimostrare. Attenzione quindi all’usabilità: etichette chiare, gerarchia visiva ordinata, coerenza cromatica e testi brevi. Testalo con persone esterne, anche non designer: se non capiscono cosa stai raccontando in due minuti, significa che va semplificato.
Sii chiaro e umano nel linguaggio
Evita un gergo eccessivamente tecnico: chi ti legge potrebbe non essere un esperto di UX. Usa un linguaggio semplice e scorrevole, racconta come parleresti a voce, e dividi i contenuti in blocchi facilmente leggibili. La chiarezza è una delle prime qualità che un recruiter apprezza: non basta dimostrare di saper progettare, bisogna anche dimostrare di saper comunicare.
Fatti trovare
Molti recruiter scoprono i portfolio attraverso canali indiretti, come il profilo LinkedIn o la ricerca su Google. Per questo è utile curare la tua presenza professionale, aggiornare i canali e rendere il portfolio facilmente accessibile. Non serve diventare un esperto di SEO, basta che il tuo nome e la tua specializzazione siano subito visibili e coerenti in ogni touchpoint.
Il segreto: pensare come un designer anche per il tuo portfolio
In sintesi, un buon portfolio UX/UI deve: essere immediatamente comprensibile, includere pochi ma rilevanti case study, raccontare processi e non solo risultati, essere usabile e gradevole, parlare con chiarezza e mostrarsi coerente in ogni dettaglio. Esattamente come un prodotto digitale, deve essere progettato con in mente chi lo userà: in questo caso, i recruiter.
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