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Chi sceglie Talent Garden non lo fa per prendersi un semplice desk: startup e aziende nei nostri campus sono alla ricerca di un'esperienza che passa inevitabilmente dalla contaminazione, dalla conoscenza e dalle relazioni che possono nascere all'interno dei nostri campus. E quello che è successo a Phenix e MyFoody ne è l'esempio forse più bello dell'ultimo periodo. Le due realtà, nate entrambe in Talent Garden, hanno deciso di unire le forze in nome del bene comune: la lotta allo spreco alimentare. Julien Fanara, Francesco Gilberti e Luca Masseretti hanno lavorato gomito a gomito con le rispettive aziende, fino a decidere di compiere un vero grande passo insieme.

Come nasce Phenix e come arriva in Talent Garden?

Julien: Phenix nasce in Francia nel 2014, sulla scia tracciata dalla loi Garot contro lo spreco alimentare. Siamo partiti da lì perché si era creato un terreno favorevole per agevolare i rapporti tra i supermercati e le associazioni di beneficienza. Questo processo però non era dei più efficienti: per questo abbiamo mosso i primi passi qui, proponendoci come ponte tra questi due mondi.

In seguito ci siamo allargati su vari paesi: Spagna, Portogallo, Italia e Belgio. Le nostre soluzioni sono molteplici, con lo stesso obiettivo: contrastare lo spreco alimentare, soprattutto in ambito GDO, tramite donazioni e tramite app antispreco che abbiamo lanciato proprio quest’anno a Milano. Venendo alla seconda parte della domanda, perché Talent Garden, questo ha a che fare con la mia storia personale. Sono entrato la prima volta in Talent Garden 6 anni fa, nella vecchia sede, e lì conobbi Francesco e Luca. Dopo aver lavorato in Bla Bla Car arrivò l’opportunità di Phenix e mi dissi: “Perché non rimanere in Talent Garden?”. È esattamente il tipo di ambiente nel quale vogliamo essere inseriti e nel quale vogliamo contribuire all’ecosistema. Adesso siamo in 6, a fine anno saremo in 12. 

Facciamo un piccolo passo indietro: parliamo invece di Myfoody…

Francesco: MyFoody nasce nel 2015, fondata da me e da Luca. L’obiettivo era la lotta allo spreco alimentare a partire dai supermercati, perché all’epoca il tema non era ancora molto caldo e aveva bisogno di soluzioni pratiche. Pensavamo che la tecnologia potesse contribuire. Così creammo una soluzione capace di aiutare i supermercati nella gestione delle scadenze dei prodotti e che allo stesso tempo ingaggiasse i consumatori e aumentasse in loro la consapevolezza sul tema degli sprechi. Anche noi siamo nati in Talent Garden Merano e poi ci siamo spostati in Calabiana. Una volta spostati ci siamo ritrovati con Julien, che stava passando da Bla Bla Car a Phenix: dopo aver conosciuto i suoi colleghi francesi abbiamo capito che la cosa più utile per tutti era unire le forze per fare in modo che Phenix crescesse come stava facendo e allo stesso tempo potesse contare su un player già presente in Italia. Phenix alle spalle ha un potenziale maggiore rispetto a quello che potevamo avere noi da soli in Italia. Abbiamo trovato la quadra giusta e ora MyFoody è nelle loro mani. 

Che servizi offrite ai consumatori con Phenix?

Julien: Offriamo varie soluzioni: noi copriamo sia i negozi, i bar, le catene Horeca e l’industria. Ti faccio un esempio: il brand agroalimentare che deve stoccare N prodotti, noi offriamo loro una serie di soluzioni per fare in modo che sia recuperato il massimo valore, sia attraverso l’app per il consumatore finale, sia attraverso le donazioni alle associazioni. Cerchiamo di unire diversi mondi che sono quello dell’industria, quello di chi produce, i supermercati, le associazioni di beneficienza e i consumatori finali. Siamo in mezzo a questo ecosistema e MyFoody si inserisce perfettamente perché ci consente di accelerare lo sviluppo in Italia.

Prossimi passi?

Julien: Con MyFoody l’obiettivo ora è capitalizzare sul Know How e sui clienti. E poi l’espansione come Phenix su più città con la App: al momento siamo solo a Milano e contiamo di uscire nei prossimi mesi.

Voi siete l’esempio più bello di quello che può succedere a una, anzi, due aziende, scegliendo di lavorare in Talent Garden. Qual è stato il fattore scatenante che ha favorito questa unione?

Julien: L’elemento chiave sicuramente è stato il fatto che ci siamo conosciuti proprio grazie a Talent Garden: senza il campus probabilmente non ci saremo mai incontrati e non avremmo avuto questo rapporto. Ma oltre a questo credo che la cosa più gradita ai nostri vertici sia stata il fatto che lavoriamo davvero l’uno di fronte all’altro. Questo in fase di post acquisizione e transizione è importantissimo per accelerare, evitare fraintendimenti che sarebbero stati inevitabili parlando su Zoom e fare in modo che la fusione si rivelasse un successo.

Avevate già lavorato con altri Tagger?

Francesco: Sì era capitato con una agenzia di UX, ma al di là di questo era capitato più volte che la chiacchiera poi diventasse qualcosa di più. Secondo me è proprio questo il valore aggiunto: che informalmente ci si conosca e poi in presenza dell’occasione che si possa approfondire. 

Ultima domanda: all’inizio, appena arrivati in Talent Garden, può non sembrare facile rompere il ghiaccio con gli altri Tagger. Che consiglio dareste a chi all’inizio può avere qualche difficoltà in tal senso?

Julien: Partecipare agli eventi informali sicuramente può aiutare! Noi quando siamo arrivati eravamo in 3 e abbiamo incontrato un sacco di persone e presi un sacco di caffè anche con aziende che non avevano nulla a che fare con la nostra mission. L’ambiente qui favorisce le contaminazioni: basta rompere gli indugi e buttarsi!

Articolo aggiornato il: 30 agosto 2023
Talent Garden
Scritto da
Talent Garden, Digital Skills Academy

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