

Chi lavora nel mondo del design digitale sa che la vera sfida non è solo creare un’interfaccia bella e funzionale, ma riuscire a farlo in modo coerente e ripetibile, anche quando il team cresce e i progetti diventano sempre più complessi. È qui che entra in gioco il design system, una sorta di cassetta degli attrezzi condivisa che aiuta designer e sviluppatori a parlare la stessa lingua e a mantenere la consistenza su larga scala. Ma costruirne uno davvero scalabile non è così semplice: richiede metodo, visione e soprattutto capacità di pensare al lungo termine.
Cos’è un design system e perché è cruciale per la scalabilità
Un design system non è solo una raccolta di bottoni e componenti grafici. È un insieme di linee guida, principi e risorse che definiscono come un brand si esprime attraverso il design digitale. Include librerie di componenti, regole tipografiche, palette di colori, icone, ma anche documentazione chiara su come e quando usare ogni elemento.
Secondo un report di McKinsey, le aziende che investono in sistemi di design strutturati ottengono una crescita dei ricavi e un aumento della soddisfazione degli utenti fino al doppio rispetto alla concorrenza. Perché? Perché riducono gli errori, accorciano i tempi di sviluppo e permettono a team diversi di lavorare in parallelo senza perdere coerenza. In altre parole, un design system è il ponte che collega creatività e scalabilità.
Da libreria a sistema: l’errore più comune da evitare
Molte aziende pensano di avere un design system solo perché hanno messo insieme qualche componente in Figma. In realtà, quella è una libreria grafica, utile ma insufficiente. La differenza sta nella governance: un sistema scalabile non riguarda solo il “cosa” (i pulsanti, le card, i form) ma soprattutto il “come” (chi li aggiorna, come si testano, come si documentano).
Un esempio noto è quello di Atlassian, che con il suo ha costruito un ecosistema che non si limita a elencare componenti, ma guida team interni ed esterni nell’utilizzo, definendo scenari d’uso, esempi di codice e persino il tono di voce dei testi. Questo approccio permette all’azienda di integrare nuovi prodotti senza reinventare la ruota ogni volta.
I tre pilastri per un design system davvero scalabile
Costruire un design system scalabile richiede di concentrarsi su tre dimensioni fondamentali: consistenza, flessibilità e governance.
La consistenza è il motivo per cui il sistema esiste: l’utente deve riconoscere un brand a colpo d’occhio, indipendentemente dal canale o dal prodotto. La flessibilità serve per evitare che il sistema diventi una gabbia: i componenti devono poter essere adattati a contesti diversi senza rompersi. Infine, la governance garantisce che il sistema non si cristallizzi, ma evolva insieme al brand e al business.
Un esempio virtuoso è quello di IBM Carbon Design System, considerato tra i più completi al mondo. Non solo fornisce componenti e linee guida, ma anche processi di manutenzione, contributi aperti della community interna e strumenti di test per assicurare accessibilità e performance.
Come iniziare a costruire un design system scalabile
Il primo passo è mappare i bisogni reali del team e del prodotto. Non serve creare subito un sistema enorme: meglio partire da un “minimum viable design system” con i componenti più usati e iterare nel tempo. A questo punto diventa fondamentale la documentazione: ogni componente deve essere accompagnato da esempi pratici, regole di utilizzo e, se possibile, codice pronto all’uso.
Molti designer sottovalutano l’importanza del linguaggio. Un bottone non è solo “Primary Button”: deve avere una descrizione che spieghi il suo scopo e i casi d’uso. In questo modo anche un nuovo membro del team può orientarsi rapidamente.
Infine, non dimenticare l’aspetto culturale: un design system non è un progetto di un singolo designer, ma un bene condiviso che va mantenuto, aggiornato e diffuso. Per questo servono rituali di governance, come review periodiche, canali di comunicazione dedicati e momenti di formazione.
L’impatto di un buon design system sul business
Deloitte in una sua analisi ha evidenziato come le aziende che adottano sistemi di design scalabili risparmino in media il 30% del tempo di sviluppo nelle fasi di iterazione. Questo significa rilasciare prodotti più velocemente, ridurre i costi e soprattutto concentrare le energie su ciò che fa davvero la differenza: l’innovazione.
Non si tratta solo di efficienza interna, ma anche di esperienza utente. Quando ogni interazione rispetta gli stessi principi, l’utente sviluppa fiducia e familiarità con il brand. È un effetto che si traduce direttamente in retention e conversioni, due metriche fondamentali per qualsiasi azienda digitale.
Perché questo tema è centrale per un UI Designer
Per un UI Designer professionista, la capacità di costruire o contribuire a un design system scalabile è una competenza sempre più richiesta dalle aziende. Non basta saper disegnare interfacce: serve la visione per strutturare un linguaggio condiviso che resista nel tempo e permetta al prodotto di crescere.
Chi padroneggia questo approccio si posiziona come figura chiave tra design e sviluppo, diventando indispensabile nei processi di digital transformation. È una skill che apre porte in aziende di qualsiasi dimensione, dalle startup alle grandi corporate.
Se sei un professionista che vuole fare un salto di qualità nella sua carriera e diventare protagonista nella costruzione di esperienze digitali scalabili, approfondire questo tema è fondamentale.
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