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Nel 2011, Marc Andreessen, fondatore dell'omonimo Venture capital statunitense, disse che "il software si sta mangiando il mondo" . Aveva ragione, e oggi più che mai. Viviamo in un'era dove quasi ogni azienda è una azienda software, ma con tutte le difficoltà del caso: creare e mantenere un software spesso si rivela essere un processo lento e costoso riservato esclusivamente a sviluppatori, che ricordiamo essere lo 0,3% della popolazione mondiale, ergo un numero insufficiente per far fronte alle necessità di un mondo in costante evoluzione tecnologica. E poi arriva il No Code che cambia molte carte in tavola, offrendoci una nuova prospettiva al panorama tecnologico attuale, poiché abilita una cerchia molto più ampia di individui a creare pressoché qualsiasi cosa.

Che poi, cosa si intende quando si parla di No Code?

Molto semplicemente, il No Code altro non è che un livello di astrazione, tema per nulla nuovo nel mondo della programmazione: Linguaggi, Framework e librerie altro non sono che diversi livelli di astrazione di complessità, che facilitano il lavoro e garantiscono maggiore produttività. Il No Code non differisce da quanto appena detto: si parla sempre di programmazione, ma anziché essere di tipo descrittiva è una programmazione visuale; basti pensare a Wordpress e Wix, due grandi precursori del No Code come lo intendiamo oggi, e che si sono presi una grandissima fetta di mercato, dimostrando che il web design poteva essere semplificato. Il No Code moderno va ancora un passo più in là, in quanto semplifica ulteriormente ma aumenta le possibilità di creazione. Il No Code, in quanto a programmazione visuale, ha perciò un pubblico molto ampio, ma il primo pubblico che può sicuramente impattare maggiormente è quello dei Designer; d'altronde essi lavorano in maniera visuale giornalmente, e spesso quando si parla di UI designer, questi conoscono le basi della programmazione quanto basta per fare handover dei progetti al reparto IT, o comunque ne comprendono le logiche. La vera domanda ora è: perché un designer dovrebbe utilizzare strumenti No Code?

Maggiore tangibilità del design

Quando si lavora su un'interfaccia, spesso si ha a che fare con animazioni, interazioni e differenti breakpoints, che possono rivelarsi sfidanti da realizzare sui più comuni strumenti di design. Il No Code permette di integrare tutti questi tasselli in maniera più naturale e più tangibile rispetto al mero design.

Maggiore facilità di prototipazione

Una volta ultimato il design, è necessario prototipare il tutto per poter spiegare agli sviluppatori quale dovrà essere il comportamento del design, e il perché di certe decisioni. Questo naturalmente prende non poco tempo e lascia spazio a interpretazioni non corrette. Attraverso il No Code la creazione del design e la prototipazione sono spesso un unico step che rende il processo decisamente più veloce.

Maggiore indipendenza del designer

Il designer che crea il suo design in No Code sta semplificando la vita allo sviluppatore. Si, sembra paradossale ma è così. Qualche tempo fa con Ncode lavorammo a un progetto piuttosto complesso che richiedeva una certa cura sui dati e delle logiche avanzate. Mentre il Designer si occupava dell'implementazione grafica e dello user journey, rendendo il tutto funzionante e utilizzabile, lo sviluppatore dell'azienda partner lavorava sulle API e sulla gestione dei dati sensibili. Tutta la creazione in sé fu astratta dal team di sviluppatori, che trovarono il prodotto pronto e da collegare ai dati. Così facendo, si sono rimossi i colli di bottiglia poichè il Designer era indipendente per tutto ciò che riguarda il Front-End, mentre lo sviluppatore doveva occuparsi solamente di ciò che portava maggiori complessità. In aziende dove c'è un solo sviluppatore per motivi di budget, questa indipendenza del designer è una manna dal cielo. Volendo rimettere i piedi a terra, la domanda che naturalmente ci viene posta più spesso è se il No Code possa rimpiazzare completamente gli sviluppatori, e la risposta è No, non vedo questa possibilità. Lo sviluppatore ricopre un ruolo fondamentale (e banalmente è lui stesso a creare i software No Code, perché ricordiamoci che sotto al cofano degli strumenti No Code c'è tantissimo codice) che non può essere rimpiazzato; Il No Code però può effettivamente aiutare gli sviluppatori, rimuovere colli di bottiglia e semplificare il flusso di creazione di software. Il Designer si ritrova ad essere più indipendente e con strumenti dal più ampio spettro di utilizzi, senza creare incomprensioni di implementazione e rendendo più agile la creazione di design. Il passo dal Mockup al prodotto funzionante è molto breve, perciò perché non farlo?
Articolo aggiornato il: 22 agosto 2023
Talent Garden
Scritto da
Talent Garden, Digital Skills Academy

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