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Produttività e connessione, multitasking. Dobbiamo essere produttivi e sempre connessi e attenti, ancora e ancora. In ogni momento della nostra giornata, la nostra capacità di essere produttivi, connessi e costantemente disponibili è ciò che ci contraddistingue. Progettiamo e sperimentiamo sempre nuove esperienze per aggiungere interazioni al nostro flusso di lavoro. I vantaggi di questo approccio multi interattivo sono oggi già ampiamente analizzati, meno discussi sono invece gli effetti collaterali di questa over-produttività. Quante volte, durante il nostro lavoro, siamo stati distratti da uno stimolo esterno improvviso, il nostro cellulare ad esempio, facendoci perdere la concentrazione e di conseguenza il flusso di lavoro? E se quindi, privilegiando la connessione continua, stessimo facendo un passo indietro rispetto all’abilità di entrare in quello stato mentale che davvero genera e stimola la creatività? Quello stato mentale più contemplativo, che permette di andare a fondo nelle cose? Nel film del 2010 The Social Network, che tratta la storia di Mark Zuckerberg, il noto fondatore di Facebook, si vede un giovane programmatore, completamente immerso nel creare i codici e definito da altri ragazzi: wired in. In questa scena si parla di una persona completamente motivata dal proprio lavoro, così motivata da non sentire ne fatica ne noia, perché assorbita dai suoi compiti. Proprio come Michel De Montagne, un noto scrittore francese rinascimentale, che privandosi della sua connessione con il mondo, lontano da tutte le distrazioni e dagli impulsi esterni, riuscì a trovare la creatività necessaria per andare in profondità nel suo lavoro e scrivere 1500 saggi. Ma se non si è nerd o un noto pensatore rinascimentale? Cosa ci può aiutare a essere davvero Wired InDobbiamo re-imparare a disconnetterci, ad andare off e se non siamo in grado di farlo da soli, perché colpiti da troppi stimoli, molti prodotti e servizi ci aiutano in questo. Quali? Un ottimo esempio è Serenata, il telefono cellulare realizzato qualche anno fa, frutto della collaborazione tra Samsung e Bang&Olufsen. Questo particolare device aveva una speciale funzione pure music: selezionando questa modalità, Serenata si trasformava da un cellulare a un single-modal-device, con la sola funzione di ascoltare musica, qualsiasi altra comunicazione o stimolo venivano completamente soppressi, in modo che l’utente ascoltasse la musica senza essere disturbato. Una volta usciti dalla modalità pure music, l’utente veniva avvisato di tutti i messaggi e le chiamate perse in quell’arco di tempo.  Ovviamente oggi, circondati da una moltitudine di esperienze multitasking, servono ben più di un paio di prodotti per staccarci da questo costante flusso di impulsi. Per risolvere questo problema, oggi esistono anche diversi software che permettono di trasformare il più complicato dei device, come il computer, in un’esperienza di disconnessione e concentrazione. Faccio riferimento, per esempio, a Freedom una piattaforma che permette di creare uno spazio virtuale dove le distrazioni sono ridotte al minimo, con la speranza di aumentare la produttività. Collegando Freedom infatti, si possono bloccare social network e siti ulteriori come Instagram, Facebook e Twitter e andare finalmente off. Oppure Forest, la nuovissima applicazione per smartphone che ti permette di impostare un timer di concentrazione e guadagnare punti per piantare prima un albero virtuale  e poi un albero fisico in un paese in via di sviluppo. Ci troviamo quindi in una situazione di svolta, dove l’essere umano deve tornare ad attingere a uno stato di profonda concentrazione e in questo lo UX Design ha un ruolo chiave, dando reward, soddisfazione. Anche se oggi la necessità di andare off può sembrare una controtendenza, domani potrebbe diventare una necessità primaria. Come farlo? Potremmo partire cercando di dare all’utente che vuole concentrarsi, quella stessa soddisfazione che ottiene ricevendo una notifica, in modo da non dover rinunciare a un’abitudine già così consolidata e a tutti gli effetti piacevole. Questo perché in un contesto dove le macchine andranno a compiere lavori e task sempre più semplici e superficiali, l’utente ha la necessità di entrare in profondità nelle cose, di distinguersi e ancora una volta, evolversi.
Articolo aggiornato il: 09 agosto 2023
Talent Garden
Scritto da
Talent Garden, Digital Skills Academy

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