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Si sveglia felice, non passa la giornata a lamentarsi del lavoro e non vive in funzione del weekend. No, non è una creatura mitologica. È semplicemente una persona che lavora in un’azienda in cui il benessere dell* dipendenti è importante. Sì, esistono davvero 🤓

Creare ambienti di lavoro che promuovono la soddisfazione, la salute e il successo delle persone significa mettere in atto strategie concrete di corporate wellbeing. I vantaggi di questo modo di approcciare la cultura aziendale riguardano anche le aziende stesse: si migliora la produttività, si riduce l’assenteismo e si attraggono talenti. Proprio per questo il tema del benessere aziendale è sempre più importante. Quindi tutte le aziende avranno investito in strategie di corporate wellbeing, no? Ehm, purtroppo no. In realtà ad aver messo in campo azioni concrete sono davvero poche 💔

Tra intenzioni e realtà

Hai presente quando per il tuo compleanno dici a tutt* che basta il pensiero e poi ci resti male quando nessuno ti regala niente? Eh, con il benessere aziendale è lo stesso: il pensiero non basta 🥲

Se da un lato infatti se ne parla sempre di più, dall’altro la differenza rispetto alle iniziative messe in campo rimane molto ampia. La ricerca “Corporate Wellbeing Italia 2022” di Radical HR sottolinea questo divario. Su 400 aziende intervistate, il 75% ritiene il benessere aziendale una priorità, e questo è un bene. Il rovescio della medaglia è che solo il 32,9% di queste ha implementato strategie minime per migliorare il benessere aziendale, e solo il 4% ha programmi di formazione specifici nell’ambito. In poche parole: dalla comprensione della necessità di wellbeing aziendale all’attuazione, l’azienda si perde.

Perché c’è questa disconnessione?

Surprise surprise: non esiste una sola ragione😮

Come per tutte le cose complesse il motivo per cui mettere in campo strategie di wellbeing aziendale è difficile, deriva da diversi fattori.

  • Mancanza di strategie chiare: l’improvvisazione funziona. Sì, se sei su un palco. Se hai un microfono in mano. Soprattutto se fai stand up comedy. Ma in azienda no, in azienda non avere un’idea chiara di come promuovere il benessere dell* dipendenti può portare a iniziative frammentate e poco coordinate che non aiutano il quadro generale. 
  • Non sapere cosa sia veramente il wellbeing aziendale: ripetiamo tutt* insieme: corporate wellbeing e welfare aziendale non sono la stessa cosa. Capirlo è fondamentale. Il welfare riguarda principalmente i servizi che un’azienda offre all* dipendenti. Il wellbeing va oltre questo concetto: si parla di programmi che promuovono la salute fisica, mentale ed emotiva. 
  • Mancanza di un supporto HR: se pensi che il lavoro delle risorse umane sia tutto buste paga e permessi per malattia, ti sbagli di grosso. Le risorse umane hanno un ruolo chiave nella promozione del benessere aziendale. Non avere persone preparate ad affrontare in maniera strategica questo tema significa non dargli il giusto peso e, molto probabilmente, lasciarlo cadere nel dimenticatoio.

Il ruolo delle risorse umane

Come può il benessere aziendale diventare una realtà? Con l’aiuto delle risorse umane ✨

No, niente incantesimi o bacchette magiche ma un’attenta analisi delle esigenze dell* dipendenti, progettazione di programmi su misura e promozione di una cultura che valorizzi il benessere. Come funziona?

  • Analisi e valutazione: la prima cosa da fare è capire a che punto è l’azienda: identificare punti di forza e aree in cui vanno cambiate le cose. Insomma non si parte alla cieca.
  • Creazione della strategia: una volta capito quali sono le aree in cui intervenire si iniziano a sviluppare piani d’azione mirati che prendano in considerazione sia l’aspetto individuale che quello collettivo del benessere aziendale. 
  • Sensibilizzazione: perché una strategia funzioni è importante che le persone ne facciano davvero parte. Ecco perché la fase di sensibilizzazione di dirigenza e personale è così importante.
  • Monitoraggio: buona la prima? Ehm, no. Qualsiasi strategia ha bisogno di un monitoraggio costante che permetta di aggiustare il tiro e adattarsi alle circostanze che cambiano.

Cosa vogliono l* dipendenti?

Se a questa domanda l* dipendenti rispondono “cambiare lavoro”, vuol dire che di strada da fare verso il benessere aziendale ce n’è davvero tanta. Nella maggior parte dei casi però basta ascoltare davvero le loro esigenze per iniziare a cambiare le cose. Quali sono? Ecco un po’ delle più condivise:

  • Benessere fisico e mentale: anche il lavoro migliore del mondo può essere stressante. Per questo è necessario promuovere il benessere mentale e fisico attraverso programmi di supporto psicologico e opportunità di attività fisica.
  • Possibilità di crescita: una delle principali cause di frustrazione sul lavoro è l’immobilità, la sensazione di non poter crescere nel proprio ruolo. Piani di carriera e formazione continua aiutano l* dipendenti a vivere il proprio lavoro come un’opportunità di crescita.
  • Social wellbeing: ok la crescita e il benessere personale, ma nella maggior parte dei casi il luogo di lavoro è fatto di tante persone. Per questo è necessario creare un ambiente di lavoro inclusivo e collaborativo che promuova relazioni positive.
  • Financial wellbeing: è inutile negarlo: il benessere dipende anche dalle possibilità economiche. Offrire strumenti e risorse per la gestione finanziaria può aiutare l* dipendenti a pianificare il proprio futuro.

Insomma, non basta mettere un biliardino in sala relax o organizzare il pizza party del venerdì in ufficio: le strategie da mettere in campo per raggiungere il benessere aziendale sono complesse e riguardano molti aspetti, ma se progettate bene possono creare ottimi risultati.

Se ti interessa l’argomento puoi dare un’occhiata al nostro corso intensivo live online di 3 settimane in Corporate Wellbeing Strategy!

P.S. pizza e biliardino non bastano, ma possono comunque aiutare! 🤩

Fonti:
What is Corporate Wellbeing and why is it different from Corporate Welfare?
Corporate wellbeing in Italia: le statistiche sul benessere aziendale tra interesse e realtà

Articolo aggiornato il: 26 febbraio 2024
Talent Garden
Scritto da
Talent Garden, Digital Skills Academy

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