Una domanda con tante risposte:
come migliorare se stessi nel lavoro?
Vi siete mai chiesti quali competenze potrebbero tornarvi utili per il vostro futuro professionale e cosa fare per ottenerle?
Che domanda ovvia. Certo che sì! Chi non si è domandato almeno una volta nella vita cosa avrebbe potuto imparare per fare carriera, per ottenere un aumento di stipendio, o magari per non perdere il passo rispetto alla concorrenza?
La cosa ancora più interessante è che a una domanda così comune e frequente le risposte possibili sono davvero moltissime. Per alcuni la soluzione è imparare una nuova lingua. Per altri invece la scelta migliore è frequentare un corso di aggiornamento professionale, o magari prendersi una seconda laurea. Altri ancora preferiscono concentrarsi sulle cosiddette “soft skills”, costruendo relazioni più mature con colleghi, clienti e fornitori.
Ma allora, in pratica, basta imparare una qualsiasi competenza?
Beh no, non esattamente. Diciamo che in principio imparare qualcosa di nuovo è sempre un arricchimento personale da cui trarre giovamento, anche professionale. Ci sono però alcune competenze che possono tornarci più utili di altre, soprattutto se il nostro obiettivo è lo sviluppo professionale. Si chiamano “top skills”.
Ed è proprio di queste ultime che ci occupiamo oggi. Abbiamo fatto una selezione per voi. Siamo partiti dai dati, come sempre. Abbiamo “isolato” le tendenze più importanti che già oggi stanno segnando i mercati del lavoro in Europa e negli Stati Uniti. Dopodiché ci siamo chiesti in che modo queste trasformazioni dei mercati professionali incideranno sulla vita delle persone che li popolano: cioè tutti noi, i lavoratori. E siamo arrivati così a selezionare le skills a più alto potenziale – quelle di cui non dovremmo proprio fare a meno, soprattutto se abbiamo appena iniziato a lavorare e abbiamo davanti a noi tanti anni di crescita professionale.
Se vi abbiamo incuriosito, seguiteci.
Dal 2024 in poi: cosa sta cambiando sul mercato del lavoro?
Il 2024 è appena iniziato e già non si parla d’altro: cosa accadrà al mercato del lavoro, quali tendenze segneranno le professioni, chi guadagnerà di più e chi meno, e soprattutto chi avrà accesso alle offerte lavorative più interessanti.
C’è una vera e propria giungla di dati, statistiche e stime la fuori. Può essere difficile venirne a capo. Non preoccupatevi: abbiamo fatto un po’ di ricerca per voi, selezionando i dati più interessanti e utili.
Siamo arrivati così a individuare tre grandi trend, tutti importanti e tutti con caratteristiche molto simili:
- la prima è che a ciascuno di questi trend corrisponde una trasformazione ad ampio raggio, iniziata recentemente, a cavallo della pandemia e poi cresciuta rapidamente nel tempo;
- la seconda è che tutte le tre trasformazioni preoccupano molto gli analisti, per il possibile impatto negativo che potrebbero avere sul mondo del lavoro o per le incognite che le accompagnano;
- ma al tempo stesso – ed è la terza caratteristica comune – tutte e tre queste trasformazioni aprono scenari davvero interessanti per i lavoratori. Come abbiamo scritto tante volte in questo blog: si tratta solo di saperle cogliere.
Vediamole meglio:
- La prima tendenza non è di certo una novità – semmai è una conferma. Parliamo naturalmente di automazione e di tecnologie digitali, sia negli Stati Uniti sia in Europa. Di stime su questo tema ne troverete quanto volete, da qualsiasi fonte. Se ne avete letta qualcuna vi sarete resi conto che più o meno tutte concordano su un punto: più automazione significa anche meno posti di lavoro non qualificati. A livello globale, il World Economic Forum ha fatto così i calcoli: a fronte di circa 69 milioni di nuovi posti di lavoro creati globalmente entro i prossimi 5 anni, se ne perderanno almeno 83 milioni, principalmente a causa dell’automazione.
Fonte: WEF, 2023
L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico ha stimato che da qui ai prossimi 20 anni negli Stati Uniti il 47% delle occupazioni correnti rischia di essere automatizzata. Qualcuno ha provato anche a quantificare questo dato, arrivando alla conclusione che saranno all’incirca 73 milioni i posti di lavoro “evaporati” entro il 2030.
Fonte: Techjury, 2023
Anche in Europa le stime non sono particolarmente esaltanti. Si parla di una cifra compresa tra il 23% e il 29% della forza lavoro complessiva che sarebbe a rischio a causa della diffusione degli algoritmi. Il tutto aggravato dal fatto che da noi in Europa il lavoro qualificato nelle aree scientifiche e tecniche è inferiore rispetto al Nord America. Secondo Eurostat, il 62% delle imprese europee soffre una carenza di lavoratori con competenze digitali.
Fonte: CEPR, 2023
2. Anche la seconda tendenza che abbiamo isolato non è nuova in assoluto, ma piuttosto è una conferma di una trasformazione iniziata prima della pandemia e cresciuta enormemente negli ultimi due anni. Stiamo parlando di lavoro remoto o flessibile. Si leggono a volte dati discordanti sul “ritorno in ufficio” o sulla diminuzione del numero complessivo di lavoratori che svolgono le mansioni da remoto. Ma il dato aggregato non mente. Tanto in Europa quanto negli Stati Uniti, l’erogazione delle prestazioni professionali è oggi svolta in maniera consistente attraverso forme ibride: parte a casa, parte sul luogo di lavoro. Questo incide profondamente sulle abitudini personali, sulle dinamiche sociali e anche sulla cosiddetta “economia di prossimità”, ossia sulla trasformazione dei vecchi quartieri dormitorio in aree destinate ad assorbire una domanda più varia (di ristorazione e di svago, per esempio) e del conseguente svuotamento delle zone centrali e di quelle adibite agli uffici.
Fonte: Rivista Impresa Sociale, 2021
In Europa, Eurostat riporta che Paesi come i Paesi Bassi e la Finlandia hanno registrato percentuali elevate di lavoro da casa, con oltre il 50% dei lavoratori coinvolti. La Commissione europea ha certificato che nel 2022 la metà di tutte le imprese europee ha organizzato le riunioni con il personale in formato digitale.
Fonte: Eurostat, 2023
Spostiamoci negli Stati Uniti. Qui circa il 27% della forza lavoro opera da remoto, in modo stabile o saltuario. Certo, se paragonata al periodo pandemico il numero è in forte calo, addirittura del 25%. Ma posta al confronto con 2019, è comunque una percentuale 5 volte più grande rispetto al passato.
Fonte: ZIPPIA, 2023
3. Arriviamo alla terza tendenza, che è anche la più interessante: parliamo di green economy. L’Europa sta guidando la transizione globale verso un’economia più verde, grazie al Green Deal Europeo che mira a rendere il continente climaticamente neutro entro il 2050. Il tema della sostenibilità ambientale non è importante solamente per l’impatto positivo che genera per le generazioni future, ma anche per gli enormi spazi che apre nel mondo delle professioni.
Fonte: Commissione europea, 2019
Naturalmente la grande aspettativa legata all’applicazione delle norme contenute nel Green Deal europeo ha generato e sta generando una domanda crescente di competenze legate alla sostenibilità. La Commissione Europea ha stimato che il Green Deal creerà, da solo, oltre un milione di nuovi posti di lavoro nel settore dell’energia rinnovabile entro il 2030. Il settore delle tecnologie pulite in Europa cresce al ritmo del 12% annuo, superando tutti gli altri settori tradizionali. Un esempio concreto è la Germania, che ha visto un incremento dell’occupazione nel settore delle energie rinnovabili, passando da circa 160.000 posti di lavoro nel 2004 a oltre 300.000 nel 2020.
Un trend che valica i confini europei e si riflette anche negli Stati Uniti, soprattutto con l’incremento degli investimenti nel settore delle energie rinnovabili. Pensate che il Bureau of Labor Statistics prevede che il ruolo di tecnico per l’energia eolica sarà uno dei lavori a più rapida crescita nel paese, con un tasso di crescita previsto del 61% tra il 2019 e il 2029.
Fonte: Department of Labor, United States, 2022
Lo confermano gli investimenti nel settore delle energie rinnovabili che, negli Stati Uniti, hanno raggiunto i 55,5 miliardi di dollari nel 2019. Questo ha spinto un aumento significativo nella domanda di competenze legate all’energia solare, eolica, e alla gestione efficiente delle risorse energetiche.
Le sfide professionali del futuro. Uno sguardo alle “hard skills”
Proviamo a fare il punto. I prossimi dieci anni saranno caratterizzati da tre grandi trasformazioni. Una tecnologica, orizzontale rispetto alle professioni. Una seconda, anch’essa orizzontale, relativa alle modalità di erogazione delle prestazioni. La terza trasformazione, verticale, riguarda invece la creazione di nuovi posti di lavoro, frutto di un’esigenza oramai prioritaria: quella della tutela ambientale.
Cosa significa tutto questo in termini di competenze professionali? Vediamolo meglio:
- Iniziamo dalla trasformazione tecnologica. Qui occorre lasciare da parte le visioni apocalittiche e disastrose e concentrarsi invece sulle opportunità. È vero che parte della forza lavoro non qualificata potrebbe subire il contraccolpo dell’automazione. Ma proprio questo conferma il fatto che ai professionisti di oggi e di domani verranno chieste nuove competenze, e che è bene iniziare a formarle da subito.
Secondo LinkedIn, tre competenze saranno essenziali: l’analisi dei dati, lo sviluppo software e la cybersecurity. L’analisi dei dati è già oggi una competenza chiave in quasi ogni settore. Il “Global DataSphere” della International Data Corporation prevede che la quantità di dati generati a livello globale raggiungerà 175 zettabyte entro il 2025, un aumento notevole rispetto ai 33 zettabyte del 2018. Questo implica, tra le altre cose, una crescente domanda di professionisti capaci di interpretare e analizzare questi vasti volumi di dati.
Fonte: Columbia Engineering, 2022
Anche lo sviluppo software sarà una delle competenze più richieste nel mercato del lavoro tecnologico. Il rapporto del 2020 di Stack Overflow ha rivelato che il 59,5% degli sviluppatori professionisti lavora nel settore del software e dei servizi IT, dimostrando la pervasività di questa competenza nel settore tecnologico. Addirittura il Bureau of Labor Statistics prevede che l’occupazione degli sviluppatori di software negli Stati Uniti crescerà del 22% dal 2019 al 2029, a testimonianza della crescente richiesta di queste competenze.
Fonte: Cloud Lab, 2022
Infine, la cybersecurity – vera e propria competenza professionale chiave del futuro. Secondo un recente studio di ISC2 del 2023, il 92% dei professionisti della cybersecurity segnala lacune di competenze nelle loro organizzazioni, con particolare enfasi su competenze in ambito di sicurezza cloud (35%), intelligenza artificiale/apprendimento automatico (32%) e implementazione di zero trust (29%). Proprio per questo motivo, la richiesta di professionisti nel campo della cybersecurity è in costante aumento. Cybersecurity Ventures ha riportato che le posizioni lavorative non coperte nel settore sono rimaste stabili a 3,5 milioni nel 2023, con oltre 750.000 di queste posizioni solo negli Stati Uniti. A proposito: è previsto che questa disparità tra domanda e offerta resisterà almeno fino al 2025.
Fonte: The Cyber Express, 2023
2. La seconda trasformazione, quella dell’erogazione delle prestazioni, richiede soprattutto adattabilità e apprendimento continuo. Avremmo potuto considerarla una soft skill, ma pensiamo che la capacità di adattarsi e continuare ad apprendere sia oramai divenuta una condizione essenziale per qualsiasi professione, e non più una competenza accessoria. Il rapporto LinkedIn Learning del 2023 mostra che il 94% dei dipendenti rimarrebbe più a lungo in un’azienda se questa offrisse condizioni flessibili e investisse nel loro sviluppo.
Fonte: Gable 2022
3. Finiamo con le competenze ambientali e nel campo della sostenibilità. Lo abbiamo già detto prima: sia in Europa sia negli Stati Uniti, le politiche ambientali stanno stimolando la domanda di professionisti specializzati in energie rinnovabili, efficienza energetica e economia circolare. Tra le competenze più richieste ci sono: (1) quelle tecniche specializzate nell’installazione, manutenzione e sviluppo di tecnologie rinnovabili come il solare, l'eolico e la bioenergia; (2) le conoscenze legate alla gestione sostenibile delle risorse, valutazione dell’impatto ambientale e pianificazione per la sostenibilità; (3) quelle inerenti la comprensione delle normative ambientali e delle politiche energetiche, fondamentale per guidare le imprese attraverso il quadro normativo in continua evoluzione; (4) infine, quelle nella progettazione e implementazione di soluzioni per aumentare l’efficienza energetica in vari settori.
Fonte: World Economic Forum, 2023
Eppure siamo ancora indietro. Pensate che, secondo il World Economic Forum, solo uno su otto lavoratori possiede una o più competenze legate alla sostenibilità. Per fortuna, tra il 2022 e il 2023, la percentuale di talenti nel mercato del lavoro con queste competenze è cresciuta del 12%, a fronte comunque di una quota di offerte di lavoro che le richiedono in aumento del 22,7%.
A proposito, per gli imprenditori all’ascolto: l’importanza di investire in competenze legate alla sostenibilità non è solo una questione di conformità alle agende politiche ambientali, ma rappresenta anche una preziosa opportunità di business. Secondo il World Economic Forum’s Future of Jobs Report 2023, due terzi delle aziende si aspettano un ritorno sull’investimento nelle competenze legate alla sostenibilità entro un anno.
E le “soft skills”?
Non abbiamo ancora finito. C’è ancora un passaggio da fare. Le competenze professionali sono fondamentali per gestire le trasformazioni del mondo del lavoro e rimanere competitivi e attrattivi per le aziende. Ma il tema delle competenze non si esaurisce con maggiori conoscenze o professionalità. Anzi, a volte per crescere occorre investire su altre capacità: empatia, socialità, capacità di condivisione. Proprio sulle pagine di questo blog abbiamo scritto tantissime volte dell’importanza di coltivare relazioni umane per arricchire il proprio bagaglio.
Le nostre tre soft skills preferite sono:
1. L’intelligenza emotiva: la capacità cioè di comprendere e gestire le proprie emozioni e quelle altrui. Lo dice anche il World Economic Forum: l’intelligenza emotiva è una delle competenze più importanti per il futuro del lavoro.
Fonte: Wellable, 2023
2. Il pensiero critico e il problem solving. In un mondo in rapida evoluzione, la capacità di pensare criticamente e risolvere problemi complessi è cruciale. Un esempio è rappresentato dai leader aziendali che hanno dovuto navigare le sfide della pandemia, adattando strategie e operazioni in tempi brevi.
3. La creatività e l’innovazione: La capacità di generare nuove idee e approcci innovativi è sempre più richiesta. Un esempio su tutti: trasformazione digitale richiede una mentalità aperta e creativa per sviluppare soluzioni tecnologiche che rispondano alle mutevoli esigenze dei consumatori. Noi stessi a Talent Garden mettiamo la creatività al centro di tutte le nostre iniziative: di formazione, di approfondimento, di mentoring o di socializzazione.
Eccoci arrivati alla conclusione. Ne abbiamo dette di cose. Tiriamo le somme allora.
Prima cosa, anche scontata, è che il mercato del lavoro continua a evolversi in risposta alle tendenze globali, influenzando il concetto e le dinamiche del successo professionale. Per cui tanto vale abituarsi al concetto: le trasformazioni richiedono uno sforzo individuale e collettivo all’adattamento.
Che tipo di sforzo esattamente? Lo abbiamo visto: quest’ultimo dipenderà sempre di più da un mix bilanciato di competenze tecniche, capacità di adattamento e soft skills. Sviluppare queste competenze sarà cruciale per i lavoratori che aspirano a eccellere nel mercato del lavoro del futuro. Mettiamola così: il professionista qualificato sopravvive alle trasformazioni, anzi ne beneficia. Se poi le qualifiche sono nei settori più promettenti, allora le competenze diventano la chiave del successo professionale.
Indecisi da dove iniziare? Avete mille opportunità, e visto che siete già sul portale di Talent Garden, perché non dare un occhio alle mille opportunità che offriamo alla nostra comunità? Tutto il nostro impegno è orientato principalmente alla formazione attraverso lo scambio di conoscenza ed esperienza. Nei nostri corsi di formazione, oppure sui campus che abbiamo creato, potreste trovare il punto da cui partire per creare il vostro percorso di crescita e apprendimento, divertendovi anche. Buona ricerca!