Studiare e imparare cose nuove: 4 tecniche per un apprendimento efficace
Abbiamo bisogno di imparare cose nuove?
Il mondo evolve. Lo ha sempre fatto. Ma la velocità del cambiamento non è sempre uguale. In passato, le trasformazioni dell’economia, della politica, delle istituzioni e della società procedevano a ritmo meno sostenuto di quello attuale. Oltretutto avevano quasi sempre un impatto meno radicale sulla vita delle persone.
Cos’è cambiato? In parte la tecnologia, in parte le connessioni globali e in parte gli equilibri instabili tra economie nazionali, hanno reso le trasformazioni intorno a noi più veloci, più incisive e meno prevedibili. Per questo motivo, in un mondo che evolve rapidamente e in modo spesso imprevisto, imparare cose nuove è divenuta l’unica ancora di salvezza che abbiamo per non mancare le opportunità che si presentano e per non farsi trovare impreparati davanti le difficoltà.
L’apprendimento continuo ha smesso di essere una scelta, o un lusso per pochi. È diventata una necessità, per tutti. C’è un concetto che spiega molto bene questo principio: “life long learning”, ossia la capacità (e lo sforzo) di adattarsi costantemente a nuove sfide professionali e personali e alle difficoltà che si incontrano in un percorso di crescita lavorativa.
Fonte: PM Zone, 2023
Quanti praticano l’apprendimento costante? In molti, ma non ancora abbastanza.
Secondo uno studio di Eurostat, il 10% della popolazione adulta in Europa ha partecipato a programmi di formazione continua nel 2022. L’obiettivo è ambizioso: raggiungere un tasso di partecipazione del 47% entro il 2025.
Fonte: Eurostat, 2024
Negli Stati Uniti, la percentuale è più alta: circa il 27% degli adulti si è impegnato in qualche forma di apprendimento durante l’ultimo anno. Il dato riflette un mercato tradizionalmente segnato da forti tassi di mobilità, maggiore innovazione rispetto all’Europa e anche una più spiccata attenzione alla riqualificazione.
Vale per tutti, sebbene in alcuni settori produttivi l’esigenza del lifelong learning è più accentuata rispetto ad altri. Tra questi, ad esempio:
- tutto il settore tecnologico e IT (qui l’avvento di tecnologie dirompenti come l’intelligenza artificiale e la cybersecurity impongono ai professionisti un aggiornamento costante delle competenze – infatti molte aziende tech, come Amazon o Google, hanno già adottato programmi di formazione interna basati su AI e machine learning per mantenere competitive le loro forze lavoro);
- il settore della sanità (in cui l’innovazione tecnologica in ambito medico e l’uso di strumenti diagnostici basati su telemedicina e algoritmi, richiede una costante riqualificazione del personale);
- e quello della finanza (l’introduzione delle criptovalute e dei pagamenti elettronici ha trasformato radicalmente il settore finanziario, creando nuove aree di competizione e accelerando l’obsolescenza delle competenze).
Fonte: Visual Capitalist, 2023
Dunque, sintetizzando: i dati ci dicono che, su entrambe le sponde dell’oceano,
c’è un’attenzione crescente alla formazione e all’arricchimento delle competenze personali e professionali. Ci dicono anche che alcuni settori fanno da traino,
ma che la tendenza all’apprendimento continuo è generalizzata.
Chiaramente non è solo un tema di quantità, ma anche di qualità della formazione.
Per questo esistono molteplici programmi pubblici, a livello europeo e internazionale, che promuovono la formazione continua. In Europa, per esempio, abbiamo:
- il Piano di azione per il pilastro europeo dei diritti sociali (programma che mira a migliorare la partecipazione alla formazione continua fino al 60% entro il 2030, concentrandosi sulla riqualificazione dei lavoratori e sulla riduzione delle disuguaglianze di accesso all’apprendimento);
- Erasmus+ (esteso anche agli adulti, promuove lo scambio di esperienze e buone pratiche tra istituti educativi e organizzazioni per incentivare la formazione professionale e non formale);
- e la European Skills Agenda (che, insieme al Recovery and Resilience Facility, si propone di aiutare gli stati membri dell’Unione europea a raggiungere obiettivi di riqualificazione ambiziosi, offrendo finanziamenti per percorsi di formazione digitale e tecnologie avanzate).
Il punto veramente importante però è altrove: e cioè nella capacità degli individui di formarsi. Mettiamola così: se il mercato richiede ai professionisti di riqualificarsi costantemente, come possono questi massimizzare i risultati? Ci sono approcci e strategie utili per imparare?
Buona notizia: esistono molteplici tecniche per il miglioramento personale e per imparare meglio e più rapidamente. Attenzione però: bisogna trovare la tecnica adatta a sé.
I vostri obiettivi, il tempo che avete a disposizione e le vostre capacità di apprendimento sono determinanti per stabilire quale tecnica può aiutarvi.
Vediamone qualcuna, assieme.
La tecnica Feynman: destreggiarsi con la complessità
Partiamo dalla prima tecnica, rinomata soprattutto per la capacità che attribuisce a chi ne fa uso di gestire con efficacia la complessità, semplificandola e poi beneficiandone.
Parliamo della cd. “tecnica Feynman”, dal nome dal fisico Richard Feynman, vincitore del premio Nobel nel 1965 per i suoi contributi all’elettrodinamica quantistica. Feynman era noto non solo per il suo genio, ma anche per le sue capacità didattiche. Il suo metodo di apprendimento si basa su un principio fondamentale: “Se non riesci a spiegarlo in modo semplice, significa che non lo capisci davvero”.
Quante volte avete sentito questa frase? Ecco, Feynman sviluppò la sua tecnica durante la carriera universitaria e successivamente la perfezionò insegnando fisica ai suoi studenti. La sua capacità di rendere semplici anche i concetti più complessi è diventata il marchio distintivo della sua filosofia di insegnamento.
La tecnica Feynman aiuta a evidenziare le lacune nella propria comprensione, attraverso quattro passaggi:
- scegli un argomento – il primo passo è selezionare un argomento specifico da comprendere.
- insegnalo a qualcun altro – si passa poi a scrivere o spiegare ad alta voce l’argomento come se ci si stesse rivolgendo a un bambino o a una persona senza background nella materia.
- identifica le aree di incertezza – durante la spiegazione, è probabile che emergano parti che non si riescono a spiegare chiaramente. Questi sono segnali che indicano dove la comprensione è debole.
- semplifica ulteriormente – Si torna infine sui concetti che non si riescono a spiegare bene, approfondire ulteriormente lo studio e cercare di semplificare ancora di più la spiegazione.
Fonte: LifeHack, 2023
Funziona? In realtà non esiste uno studio che certifichi con esattezza l’efficacia di questo metodo su chi lo usa. Come abbiamo detto prima, non esiste una tecnica perfetta, ma tanti metodi quante sono le capacità e le situazioni individuali.
Uno studio condotto dall’Università di Washington ha mostrato come le tecniche di apprendimento attivo (come spiegare concetti o insegnarli a qualcun altro) possono migliorare la comprensione del 29% rispetto ai metodi passivi. Altri studi hanno dimostrato che spiegare concetti ad altri può migliorare la comprensione generale
del 30-50% rispetto allo studio solitario.
Sembrerebbe incoraggiante, no?
La tecnica pomodoro: dividere il tempo in quarti
Un’ossessione ricorrente tra chi studia e lavora è l’ottimizzazione del tempo a disposizione. Ad alcuni non sembra mai abbastanza. Altri invece riescono a farne
buon uso, distribuendo le energie in modo equilibrato tra i diversi compiti.
C’è una tecnica che aiuta a migliorare la gestione del tempo, l’ha inventata sul finire degli anni Ottanta Francesco Cirillo, sviluppatore e imprenditore, e si chiama “tecnica del pomodoro”. Il nome deriva dalla forma del timer che Cirillo utilizzava durante gli studi universitari per migliorare la performance nello studio.
La tecnica si basa sull'idea di suddividere il tempo di studio in blocchi di 25 minuti chiamati, appunto, “pomodori”, intervallati da brevi pause di 5 minuti. Al completamento di quattro sessioni di lavoro, si può prendere una pausa più lunga.
Chiaramente possono farne utilizzo tutti, ma la tecnica pomodoro sembrerebbe essere particolarmente popolare tra sviluppatori software, scrittori, studenti e professionisti che lavorano su compiti complessi che richiedono alta concentrazione. Tutti costoro apprezzano il metodo perché li aiuta a mantenere alta la motivazione e a ridurre il “burnout” da lavoro prolungato.
Fonte: IONOS, 2023
Il Journal of Applied Psychology ha stimato nel 20/25% l’aumento della produttività derivante da un uso costante della tecnica pomodoro. Un sondaggio condotto nel 2021 da DeskTime (altra piattaforma per il monitoraggio del tempo) ha mostrato che i dipendenti più produttivi utilizzano in media una variante della Tecnica Pomodoro, con cicli di lavoro di circa 52 minuti seguiti da 17 minuti di pausa.
Questo spiega perché alcune aziende tecnologiche come Microsoft mettono a disposizione dei propri dipendenti dei workshop dedicati all’apprendimento della tecnica pomodoro, specialmente durante le fasi di sviluppo software o risoluzione di problemi complessi. L’apprendimento e l’applicazione di un metodo di lavoro condiviso aiuta i team a mantenere la concentrazione e a suddividere il lavoro in blocchi gestibili.
Il metodo delle mappe mentali: organizzare le idee con creatività
Ipotizziamo che non abbiate né problemi di apprendimento di concetti complessi, né problemi con la gestione del tempo. Siete fortunati! Ma in questo caso potreste essere interessati a conoscere un metodo per migliorare l’organizzazione delle idee e la memorizzazione, in modo creativo. Chi ricorda con esattezza molti dettagli è spesso anche un ottimo negoziatore, comunicatore o rappresentante di interessi.
Un metodo semplice e immediato, soprattutto se siete studenti, è quello delle mappe mentali. Questo strumento di apprendimento visivo permette di organizzare informazioni in modo strutturato e creativo, attraverso la creazione di diagrammi che rappresentano idee o concetti, collegati tra loro in modo gerarchico o associativo.
In dettaglio:
- si inizia dal concetto centrale, da disegnare al centro della pagina (preferibilmente in orizzontale). Può essere un argomento, una domanda, o una parola chiave. Questa idea centrale funge da nodo principale della mappa, da cui tutto il resto si espanderà.
- Poi si creano rami principali, partendo dal concetto centrale e disegnando linee che portano ai rami principali della mappa. Ogni ramo rappresenta i temi o le idee principali collegate al concetto di base. Ogni ramo dovrebbe avere anche una parola chiave o una breve frase che descriva il concetto collegato. Per esempio: se il concetto centrale è “Strategie di Apprendimento”, i rami principali potrebbero essere “Memorizzazione”, “Apprendimento Attivo”, “Gestione del Tempo”.
- L’ultimo passaggio è l’aggiunta dei dettagli attraverso rami secondari. Dai rami principali, si creano sotto-rami che si diramano per aggiungere ulteriori dettagli o concetti correlati. Ogni ramo secondario rappresenta un livello di dettaglio maggiore, che approfondisce gli argomenti. A questo punto, puoi essere più specifico e includere definizioni, esempi, e altri dettagli importanti.
Fonte: TheMindMappingLady, 2023
È stato dimostrato che le mappe mentali possono migliorare la ritenzione delle informazioni fino al 20%, grazie alla loro capacità di organizzare concetti in maniera visiva e non lineare, il che facilita il richiamo delle informazioni. Inoltre gli studenti che utilizzano le mappe mentali per la risoluzione di problemi mostrano miglioramenti nelle abilità di pensiero critico, perché il processo aiuta a identificare e valutare meglio le soluzioni.
Provatele a usare le mappe mentali se state preparando esami a risposte standard (come il GMAT o il TOEFL) oppure avete bisogno di imparare concetti chiave e vocaboli. Vanno molto bene anche se volete migliorare l’apprendimento di una nuova materia.
Esplora, domanda, leggi, ripeti e rivedi: un metodo meccanico per l’apprendimento
C’è un ultimo metodo che è utilissimo per la lettura e comprensione di testi complessi. Si chiama Metodo SQ3R (Survey, Question, Read, Recite, Review) ed è stato sviluppato dallo psicologo americano Francis P. Robinson.
Il metodo SQ3R si divide in passaggi, una vera e propria meccanica dell’apprendimento avanzato. Eccolo qui:
- Survey (Esplora): Prima di iniziare a leggere, date una rapida occhiata al testo. Sfogliate i titoli, i sottotitoli, le immagini, i grafici e le didascalie. Questo vi aiuterà a farvi un’idea generale del contenuto e delle sezioni chiave.
- Question (Domanda): Trasformate i titoli e i sottotitoli in domande. Questo processo vi aiuta a mantenere una mentalità attiva e curiosa durante la lettura, cercando risposte alle vostre domande.
- Read (Leggi): Leggete il testo in dettaglio, cercando di trovare le risposte alle domande che vi siete posti. Mantenete alta la concentrazione, prendendo appunti o evidenziando le informazioni chiave.
- Recite (Ripeti): Dopo aver letto una sezione, chiudete il libro e provate a ripetere ad alta voce o scrivere cosa avete imparato. Questo vi aiuta a consolidare le informazioni nella memoria a lungo termine.
- Review (Rivedi): Alla fine della lettura, rivedete tutte le domande e risposte, rileggendo le parti che vi sono meno chiare. La revisione frequente è essenziale per rafforzare il ricordo dei concetti.
Fonte: FourWeekMBA, 2023
L'apprendimento per passaggi è molto indicato se dovete leggere di testi accademici e dovete comprendere e assimilare contenuti complessi; oppure se siete in fase di Preparazione per esami, vi aiuta a strutturare la lettura e la comprensione del materiale da studiare, migliorando l’apprendimento attivo. È molto utile anche per chi fa ricerca e scrittura accademica, per organizzare e assimilare fonti durante la stesura di tesi o articoli di ricerca.
Uno sguardo al futuro dell’apprendimento
Abbiamo visto quattro tecniche per migliorare l’apprendimento, facendo leva su aspetti diversi: la semplificazione di informazioni complesse, l’organizzazione del tempo, la memoria e l’apprendimento pratico.
Come abbiamo ripetuto più volte, non esiste una tecnica migliore delle altre. Ognuna di queste può aiutarvi a superare problemi specifici o gestire fasi particolarmente complesse del vostro percorso professionale.
Chiudiamo come siamo partiti, parlando di trasformazioni e di velocità. Se la regola è l’apprendimento continuo, allora dobbiamo anche tenere gli occhi aperti sulle trasformazioni che le tecniche di insegnamento subiranno – o stanno già subendo.
Ci sono tre evoluzioni su cui è bene tenere gli occhi aperti:
- Il primo è sicuramente l’apprendimento personalizzato con l’intelligenza artificiale. Già oggi gli algoritmi offrono programmi di apprendimento personalizzati che si adattano alle esigenze di ogni studente. Progressivamente anche gli atenei e i centri di formazione si stanno adeguando. Possiamo aspettarci che questo trend divenga cruciale nei prossimi anni, arrivando ad avere percorsi di apprendimento su misura. In uno scenario simile, sarà più facile per tutti imparare.
Fonte: DeltalogiX, 2024
- Il secondo trend da osservare è il Peer-to-peer learning: Le piattaforme di apprendimento basate su community come Talent Garden stanno crescendo. Questa forma di apprendimento tra pari promuove un approccio collaborativo, rafforzando la condivisione delle conoscenze.
Fonte: HelpfulProfessor, 2024
- Infine, l’apprendimento ibrido. Il futuro dell’educazione vedrà un mix di apprendimento online e in presenza. Questo approccio flessibile consente agli studenti di bilanciare meglio vita privata e lavoro, aumentando l'accesso all'educazione per tutti.
Fonte: ResearchGate, 2015
Buono studio!