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Quando un lavoro diventa tossico?

Cos’è un lavoro “tossico”? Come lo si identifica e, soprattutto, come si previene la tossicità sul posto di lavoro? 

Sono tutte domande rispetto alle quali esistono risposte, anche se – come vedremo meglio in questo articolo – non sempre queste risposte offrono soluzioni chiare e inequivocabili. 

Ma andiamo con ordine. Le definizioni, per iniziare.

Possiamo definire “lavoro tossico” quel contesto lavorativo caratterizzato da un ambiente dannoso, che può influenzare negativamente la salute mentale e fisica dei dipendenti

Per cui, potenzialmente, qualsiasi lavoro può sviluppare le caratteristiche della tossicità, ad esempio quando la gestione delle risorse umane è inadeguata o carente, oppure esiste una cultura aziendale malsana, o ancora le richieste della dirigenza nei confronti dei dipendenti si fanno eccessive, il carico di lavoro difficilmente sopportabile e viene meno qualsiasi tipo di supporto da parte dell’azienda nei confronti dei dipendenti.

Sommate assieme, queste condizioni generano danni non indifferenti. Possono portare allo stress cronico dei dipendenti, all’esaurimento nervoso dei colleghi più fragili e più in generale a una insoddisfazione lavorativa diffusa che nuoce ai dipendenti e all’azienda stessa.Screenshot 2024-06-03 at 10.16.20

Fonte: Vectezy, 2024

A questo punto è probabile che vi starete chiedendo se, e a partire da quale momento, un periodo stressante di lavoro può essere considerato indicatore di tossicità. È chiaro infatti che non basta trovarsi a gestire del lavoro extra, o avere a che fare con un team leader più insistente per poter affermare che si lavora in un contesto tossico

Per rispondere a questo legittimo dubbio dobbiamo scavare un poco più nella definizione di lavoro tossico, mettendo a confronto definizioni diverse che possono aiutarci a definire parametri più chiari

  • Iniziamo da ClockIt, che associa la tossicità di un ambiente lavorativo con un clima diffuso di paura, ostilità e mancanza di rispetto tra i dipendenti. In questo contesto non è raro che i colleghi possano subire bullismo, molestie, critiche costanti e mancanza di supporto. 
  • Secondo My Personal Trainer la tossicità sul luogo di lavoro è figlia principalmente di scarsa collaborazione tra colleghi e, in alcuni casi, mancanza di rispetto. Nei casi più seri, può portare a episodi di ingiustizie, molestie, mobbing e maltrattamenti.
  • Trainect parla di ambiente di lavoro tossico riconoscibile in base a segnali come l’alto tasso di turnover dei dipendenti, la comunicazione scarsa o negativa tra azienda e dipendenti, i frequenti conflitti interpersonali, la mancanza di trasparenza e favoritismi e la paura dei lavoratori nell’esprimere la propria opinione.
  • Un punto di vista interessante è quello di Deskbird, secondo cui il ripetersi nel tempo di episodi di mobbing o molestie, stress costante, e tensione, possono portare a gravi conseguenze per la salute dei lavoratori e indicare il presentarsi di condizioni di tossicità.
  • Anche Adecco Italia considera tossico un ambiente di lavoro quando i colleghi non collaborano tra loro, i manager non offrono incoraggiamento e il carico di lavoro è insostenibile. 
  • Davide Algeri va oltre: un ambiente lavorativo tossico è quello in cui manca completamente la chiarezza nelle richieste di lavoro e nella definizione dei ruoli, e oltretutto il coinvolgimento dei lavoratori nei processi decisionali è molto scarso. Ad aggravare la situazione possono aggiungersi stipendi poco remunerativi, capi narcisisti o incompetenti che utilizzano comportamenti provocatori. 
  • Chiudiamo con L’Esodo, che parla di disordine, competizione, morale basso, stress costante, negatività, malattie, alto turnover e persino bullismo per identificare la presenza di un ambiente di lavoro tossico. 

Dunque, ora che abbiamo più informazioni a disposizione, possiamo fare il punto. Diciamo che per poter parlare di tossicità sul luogo di lavoro servono almeno tre condizioni. La prima coinvolge i colleghi, che non si supportano e anzi assumono atteggiamenti ostili tra di loro. La seconda condizione riguarda il management, che è assente, prevaricatore e incompetente. La terza condizione riguarda l’azienda, che soffre di un elevato tasso di abbandono, di scarsa soddisfazione dei dipendenti e di un diffuso clima di sfiducia da parte di costoro.Screenshot 2024-06-03 at 10.24.03

Fonte: CuteHR, 2024

Ok le definizioni, ma nella pratica? 

Abbiamo raccolto per voi tre esempi, di tre grandi aziende, che in passato sono state al centro di critiche e polemiche sulla tossicità diffusa tra i propri dipendenti. Sono casi recenti ma, ci teniamo a dirlo, hanno anche un risvolto positivo: le aziende coinvolte hanno preso contromisure per migliorare la condizione dei propri dipendenti e superare le criticità che avevano portato alle polemiche. 

1 La prima azienda è Uber. Nel 2017, Uber è stata al centro di uno scandalo che ha messo in luce una cultura aziendale particolarmente tossica. A innescare le polemiche è stata la ex ingegnere Susan Fowler, che ha pubblicato un blog in cui descriveva le sue esperienze di molestie sessuali e discriminazione all'interno dell’azienda. Fowler ha riportato come i suoi reclami al dipartimento delle risorse umane siano stati ignorati e come le pratiche scorrette dei manager fossero ampiamente tollerate. Questa denuncia ha portato a una serie di indagini interne ed esterne, rivelando ulteriori episodi di molestie, discriminazione e un ambiente di lavoro estremamente competitivo e insostenibile. Uber ha risposto licenziando più di 20 dipendenti e implementando nuove politiche aziendali per migliorare la sua cultura lavorativa.

Screenshot 2024-06-04 at 09.59.47Fonte: Statista, 2017


2 Passiamo al secondo esempio, questa volta con Amazon. Diciamolo subito: Amazon è nota per le condizioni di lavoro particolarmente dure, soprattutto nei centri di distribuzione, a cui sottopone i dipendenti. Questi ultimi hanno denunciato in più occasioni turni di lavoro estenuanti, sorveglianza costante tramite telecamere e sistemi di monitoraggio, e la pressione per raggiungere obiettivi di produttività irrealistici. Un’inchiesta del 2020 ha rivelato che il tasso di infortuni nei magazzini di Amazon è quasi il doppio rispetto alla media del settore. Inoltre, un report del 2021 ha mostrato che il turnover dei dipendenti è estremamente elevato, con circa il 150% di turnover annuo nei centri di distribuzione. Questo significa che la maggior parte dei dipendenti lascia l’azienda entro pochi mesi dall’assunzione, nella maggior parte non riuscendo a gestire un ambiente di lavoro insostenibile e stressante.

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Fonte: Statista, 2021

3 Chiudiamo con Wells Fargo. Nel 2016, Wells Fargo è stata coinvolta in uno scandalo di portata globale perché era emersa la pratica diffusa tra molti dipendenti ad aprire milioni di conti bancari non autorizzati per raggiungere obiettivi di vendita irrealistici. Questa pratica, incoraggiata dai dirigenti dell’azienda, ha portato alla creazione di circa 3,5 milioni di conti falsi tra il 2009 e il 2016. I dipendenti, messi sotto pressione per raggiungere questi obiettivi, utilizzavano i dati personali dei clienti senza il loro consenso. Lo scandalo ha portato a multe per 185 milioni di dollari, a licenziamenti di circa 5.300 dipendenti e alla rimozione del CEO. Una cultura aziendale che incentivava pratiche eticamente discutibili aveva creato un ambiente di lavoro altamente stressante e moralmente compromesso.

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Fonte: Lighthouse, 2019

Si può prevenire, o curare, il lavoro tossico? Se sì, come?

Come abbiamo visto negli esempi di Uber, Amazon e Wells Fargo, l’emergere di scandali e proteste per la tossicità delle condizioni lavorative ha creato l’occasione per innescare un processo di cambiamento positivo, che ha migliorato le condizioni dei dipendenti e messo in salvo la reputazione delle aziende. 
Ma Uber, Amazon e Wells Fargo sono dei colossi internazionali, costantemente sotto i riflettori di giornalisti, opinione pubblica, investitori e clienti. Per realtà più piccole far emergere la tossicità potrebbe non essere altrettanto semplice. 
Per evitare che questo accada, è importante definire delle red flags che possono aiutare le aziende, il management e i dipendenti a capire quando è il momento di intervenire e come intervenire. Screenshot 2024-06-04 at 10.20.41

Fonte: Resumeble, 2024

Eccovi 7 domande che dovreste porvi per valutare il tasso di tossicità della vostra azienda:

  • Il turnover del personale è molto alto? Un elevato tasso di turnover può indicare molte cose, non necessariamente negative. È però vero che quando molte persone lasciano l’azienda in tempi brevi, potrebbe essere un segnale di insoddisfazione dell’ambiente di lavoro.

  • L’assenteismo è molto frequente? Sappiamo benissimo che il mondo del lavoro sta cambiando e oggi è normale per moltissimi lavorare da casa. Ma se un’azienda ha i propri uffici, eppure nessuno (o quasi) è mai presente, allora potrebbe essere un segnale di stress lavorativo o insoddisfazione tra i dipendenti.

  • La comunicazione non riesce ad essere efficace? Questo è un segnale chiaro. Siete in azienda ma non avete mai l’impressione di essere informati su cosa sta accadendo. Se la mancanza di comunicazione chiara e trasparente è una costante, allora probabilmente l’azienda ha qualche problema.
  • Manca il supporto manageriale? Lavorate senza una guida, con obiettivi vaghi e senza sapere se state facendo bene o male. Questo potrebbe essere un problema di comunicazione in azienda, ma potrebbe anche essere il segno di un management poco preparto e indifferente, che non offre supporto ai dipendenti, finendo per demotivarli.
  • Gli obiettivi sono irrealistici? La competizione può andare bene, in alcuni casi può essere la cifra distintiva di un’azienda particolarmente motivata sul mercato. Attenzione però: richiedere ai dipendenti di raggiungere obiettivi impossibili può portare a stress e burnout – ed è sicuramente un segnale di tossicità
  • Che genere di cultura aziendale vivete? Si parla tanto di cultura aziendale, ma quando ci si trova in un nuovo ambiente di lavoro non sempre è facile capire che tipo di cultura si pratica. Attenzione a questi segnali allora: se trovate casi di discriminazione, favoritismi e mancanza di rispetto, allora ci sono buone probabilità che vi siate imbattuti in un ambiente lavorativo tossico.
  • C’è un meccanismo di feedback adeguato? Torniamo al rapporto con i manager e in generale con gli uffici della vostra azienda. Ci sono tanti modi per dare un riscontro a chi lavora, alcuni ufficiali e altri meno. Se però manca completamente qualsiasi forma di feedback costruttivo e riconoscimento, attenzione perché potreste avere a che fare con un ambiente che non valorizza le risorse umane.

Ma le aziende cosa fanno? Se le pongono queste domande?

Va detto che oggi molte aziende hanno iniziato a fare maggiore attenzione alle politiche interne, proprio allo scopo di prevenire gli effetti negativi del lavoro tossico e promuovere un ambiente di lavoro sano e produttivo.

Eccovi tre esempi virtuosi:

1. Il primo è Google: l’azienda è nota per i suoi programmi di benessere dei dipendenti, che includono accesso a palestre, cibo gratuito, e supporto psicologico. L’azienda promuove un ambiente di lavoro flessibile e offre numerose risorse per aiutare i dipendenti a gestire lo stress e mantenere un equilibrio tra lavoro e vita privata. Questi programmi hanno dimostrato di migliorare significativamente la soddisfazione dei dipendenti e ridurre il turnover. Secondo uno studio di Great Place to Work, il 97% dei dipendenti di Google è soddisfatto dell’ambiente di lavoro, giudicato eccellente. Da qualche tempo Google ha iniziato anche a offrire programmi come il “Googlegeist” che consente ai dipendenti di esprimere feedback anonimi sulla loro esperienza lavorativa, contribuendo a identificare e risolvere problemi prima che diventino critici.

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Fonte: GoogleGeist, 2024


2. ​​Il secondo esempio virtuoso è quello di Salesforce, un’azienda che pone particolare attenzione ad alcuni valori fondamentali legati al benessere sul lavoro, tra cui fiducia, crescita, innovazione e uguaglianza. Salesforce ha sviluppato programmi di mentoring e iniziative per la diversità e l’inclusione, cercando di creare un ambiente di lavoro inclusivo e rispettoso. L’azienda ha anche istituito la posizione di Chief Equality Officer per garantire che le politiche di inclusione siano implementate efficacemente. Grazie a questi sforzi, Fortune ha inserito Salesforce a nella lista delle migliori aziende al mondo per lavorare.​​
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Fonte: Salesforce, 2024

3. Finiamo con un altro gigante dell’informatica: Microsoft. L’azienda negli ultimi anni ha implementato programmi completi per il supporto della salute mentale dei suoi dipendenti, inclusi servizi di consulenza e accesso a risorse di benessere mentale. Microsoft promuove un equilibrio tra lavoro e vita privata attraverso politiche di lavoro flessibile e il telelavoro. Questi interventi mirano a ridurre lo stress lavorativo e migliorare la produttività e il benessere generale dei dipendenti. Un sondaggio interno ha mostrato che il 91% dei dipendenti Microsoft ritiene che l’azienda si preoccupi del loro benessere. Inoltre, Microsoft ha lanciato l’iniziativa “Mental Health Dayper promuovere la consapevolezza sulla salute mentale e incoraggiare i dipendenti a prendersi cura del loro benessere psicologico​​​.

Screenshot 2024-06-04 at 10.32.41Fonte: Microsoft News, 2024

A proposito, anche noi di Talent Garden siamo molto attenti al tema del benessere a lavoro, e cerchiamo sempre di tenere al centro la salute dei dipendenti e di tutta la comunità allargata che fa riferimento a noi. Tra le cose di cui ci preoccupiamo, ci sono corsi di formazione che permettono ai dipendenti di acquisire nuove competenze e migliorare la loro carriera; eventi di networking e workshop per favorire la collaborazione e l’innovazione; accesso a risorse di supporto psicologico e programmi di benessere per aiutare a gestire lo stress e mantenere un buon equilibrio tra vita lavorativa e privata; e soprattutto politiche di lavoro flessibile, per consentire di gestire gli orari in modo autonomo.

Lavorare meglio – proposte per un futuro del lavoro a misura d’uomo

Siamo arrivati alla fine. Abbiamo iniziato definendo il lavoro tossico e mostrandovi alcuni esempi di tossicità sul lavoro. Poi ci siamo spostati sulle soluzioni, cercando di capire come si può evitare – o addirittura prevenire – la tossicità sul luogo di lavoro. 

Tutto questo riguarda il presente. Concludiamo con uno sguardo al futuro. Condividiamo qui alcune proposte per affrontare e migliorare ulteriormente la situazione del lavoro tossico, che potrebbero essere sviluppate da aziende e istituzioni, grandi e piccole.

1. Promuovere la Trasparenza e la Comunicazione Aperta

È fondamentale incoraggiare una comunicazione aperta e trasparente tra dipendenti e management per aiutare a identificare e risolvere i problemi prima che diventino tossici. Secondo Emplus, i team ben collegati possono aumentare la loro produttività del 20-25%​.

Screenshot 2024-06-04 at 10.37.17Fonte: LinkedIn, 2023

2. Implementare Programmi di Benessere

Anche i programmi di benessere che offrono supporto psicologico, fisico e emotivo possono ridurre significativamente il burnout e aumentare la soddisfazione lavorativa. Uno studio pubblicato dalla Harvard Business Review ha rilevato che i programmi di benessere aziendali possono portare a risparmi notevoli nei costi sanitari, con un ritorno di $3,27 per ogni dollaro speso​​​. Un altro studio ha mostrato che i programmi di benessere ben strutturati possono portare a una riduzione del 6% nei costi sanitari per ogni dollaro speso​.

Screenshot 2024-06-04 at 10.45.46Fonte: Global Wellness Institute, 2023

3. Formazione su Leadership e Gestione del Personale

E per finire, formare costantemente i manager su competenze di leadership e gestione del personale, inclusa l’intelligenza emotiva, può migliorare significativamente l'ambiente di lavoro. Il World Economic Forum ha evidenziato che i leader con alta intelligenza emotiva migliorano la performance dei loro team del 20% e riducono i conflitti interni​​.

Screenshot 2024-06-04 at 10.47.08Fonte: Simply Psychology, 2023

In sintesi, riconoscere e affrontare i segnali di un ambiente di lavoro tossico è cruciale per il benessere dei dipendenti e il successo a lungo termine di qualsiasi azienda. 

Implementare politiche efficaci, promuovere la comunicazione aperta e investire nel benessere e nella formazione dei dipendenti sono passi essenziali per creare un ambiente di lavoro sano e produttivo.

 

Articolo aggiornato il: 14 giugno 2024
Talent Garden
Scritto da
Talent Garden, Digital Skills Academy

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