Alessandro De Salve
Alessandro De Salve

Alessandro De Salve è un professionista che si concentra sull'applicazione pratica dell'Intelligenza Artificiale Generativa e delle metodologie di No-Code Automation, aiutando aziende e professionisti a integrare queste tecnologie in modo efficace e strategico. 

Offre consulenze personalizzate e formazione, sia in aula che a distanza, su tematiche legate all'IA, esplorando aspetti tecnici e pratici. Con un background nell'Information Technology, ha ricoperto ruoli di responsabilità nel project e product management, nella gestione di team multidisciplinari e in sales. 

Si è specializzato nella ricerca e selezione di professionisti IT, acquisendo una profonda conoscenza del mercato del lavoro tecnologico. Queste sono le domande che gli abbiamo posto sul mondo HR e le risposte che ci ha dato:  

Com’è iniziato il tuo percorso nel mondo delle Risorse Umane? C’è stato un momento in cui hai capito che sarebbe diventato il tuo ambito?

Il mio ingresso nel dinamico universo delle Risorse Umane risale al 2012, un periodo che oggi appare quasi lontano considerando la rapidità con cui il settore si è evoluto. In quell'anno, ebbi l'opportunità di collaborare con una primaria Agenzia per il Lavoro. L'occasione si presentò con l'avvio di un progetto particolarmente stimolante: l'obiettivo era di traslare i servizi tipicamente offerti da una ApL (Agenzie per il Lavoro n.d.r.) all'interno del fervente e per me familiare contesto dell'Information Technology.

Inizialmente, il mio ruolo era prevalentemente orientato allo sviluppo commerciale, focalizzandomi sulla creazione di nuove opportunità di business. Tuttavia, la specificità degli interlocutori con cui interagivo quotidianamente – aziende alla ricerca di talenti e candidati con competenze specialistiche – mi portò ben presto ad essere coinvolto anche nei processi cruciali di ricerca e selezione del personale. Questa transizione fu naturale e progressiva, alimentata dalla mia curiosità e dal desiderio di comprendere appieno le dinamiche del mercato del lavoro IT.

Ad essere sincero, nel mio personale percorso, non ho mai vissuto l'ambito HR e della Talent Acquisition come una sfera completamente distinta dal mio interesse primario. L'ho sempre percepita come un'estensione affascinante e complementare di quello che considero il mio vero "campo da gioco": il mondo dell'IT, della Tecnologia, del Digitale e dell'Innovazione in generale. Pertanto, non c'è stato un singolo episodio o una precisa epifania che abbia segnato la mia "conversione" alle Risorse Umane, quanto piuttosto una graduale e continua integrazione di competenze e passioni.Il professionista HR nel contesto del cambiamento

Secondo te, da cosa si riconosce un professionista HR capace di cavalcare il cambiamento invece di subirlo?

Ritengo che un professionista HR proattivo e resiliente al cambiamento si distingua principalmente per due qualità fondamentali.

In primo luogo, la capacità di navigare la complessa relazione tra l'empatia e la connessione umana con i singoli individui che compongono l'organizzazione, e le imprescindibili necessità strategiche dell'azienda. Trovare e mantenere questo delicato equilibrio è un'impresa ardua, specialmente in periodi di incertezza e trasformazione come quello attuale. L'HR si trova spesso al fianco del management nel prendere decisioni strategiche che potrebbero non essere sempre accolte positivamente da tutti. Tuttavia, se queste decisioni vengono comunicate e implementate con sensibilità, rispetto per la dignità professionale e personale, possono trasformarsi in opportunità di crescita e sviluppo per entrambe le parti coinvolte. Un professionista HR efficace è colui che sa mediare tra queste esigenze, tutelando il benessere dei dipendenti pur contribuendo al raggiungimento degli obiettivi aziendali.

In secondo luogo, un aspetto cruciale è la costante familiarità e l'integrazione della tecnologia nel proprio lavoro. (Confesso che il mio punto di vista è inevitabilmente influenzato dalla mia passione per l'innovazione tecnologica). La tecnologia deve essere vista e utilizzata come un prezioso alleato, e non come un mero sostituto delle interazioni umane. Adottare strumenti e piattaforme digitali per automatizzare compiti ripetitivi, dispersivi e a basso valore aggiunto permette di liberare risorse – soprattutto tempo e attenzione – da dedicare a ciò che realmente conta: le persone all'interno dell'organizzazione. Un professionista HR lungimirante sa sfruttare il potenziale della tecnologia per migliorare l'efficienza dei processi, analizzare dati utili per decisioni più informate e, in definitiva, valorizzare il capitale umano.Competenze sottovalutate nelle Risorse Umane

Qual è, secondo te, la competenza che chi lavora oggi nelle Risorse Umane dovrebbe assolutamente coltivare, ma che viene ancora troppo spesso sottovalutata?

A mio parere, una competenza sempre più essenziale per i professionisti HR è la capacità di adottare un approccio sistematico e "progettuale" nel proprio lavoro e nella gestione dei processi. Ciò implica la capacità di costruire oggettività attraverso l'analisi dei dati – un'altra competenza a mio avviso imprescindibile – e di basare decisioni e proposte su elementi concreti e misurabili, piuttosto che su semplici intuizioni o percezioni.

È fondamentale sottolineare che questo approccio basato sui dati non deve in alcun modo soppiantare quella che dovrebbe essere una qualità intrinseca di chi opera nella funzione HR: la capacità di "leggere" e "raccontare" i numeri in relazione alla singola persona, al suo percorso professionale, alla sua storia individuale all'interno dell'azienda. L'abilità di contestualizzare i dati quantitativi con la dimensione umana e qualitativa è ciò che distingue un professionista HR efficace. È la capacità di comprendere le implicazioni umane dietro i numeri e di comunicarle in modo significativo e costruttivo.Il futuro delle Risorse Umane in tre parole

Se ti chiedessi di riassumere il futuro delle Risorse Umane in tre parole... quali sceglieresti, e perché?

Le tre parole che sceglierei per descrivere il futuro delle Risorse Umane sono:

AI: Credo fermamente che l'Intelligenza Artificiale debba diventare un alleato imprescindibile per la funzione HR. La sua capacità di automatizzare compiti ripetitivi e a basso valore aggiunto libererà tempo prezioso per concentrarsi sugli aspetti in cui le capacità umane rimangono (e rimarranno a lungo) insostituibili: la comprensione delle dinamiche interpersonali, lo sviluppo del talento, la creazione di una cultura aziendale positiva e inclusiva.

Trasparenza: Il modello in cui l'azienda deteneva il potere assoluto nella scelta del candidato è definitivamente superato. Oggi, le aziende che sapranno comunicare in modo autentico e trasparente ciò che accade realmente al loro interno avranno un vantaggio competitivo significativo nell'attrazione e nella retention dei talenti. Resistere alla tentazione di utilizzare "parole chiave" di tendenza solo per attirare candidati, senza una reale sostanza, si rivelerà controproducente. Le persone cercano sempre più organizzazioni di cui potersi fidare, che siano coerenti tra ciò che dichiarano e ciò che fanno concretamente, anche quando si trovano ad affrontare decisioni difficili o impopolari.

Connessione: In un'era di crescente automazione e digitalizzazione, la capacità di mantenere e coltivare la connessione umana all'interno dell'organizzazione diventerà un elemento distintivo. Un professionista HR che tiene in considerazione le esigenze individuali dei dipendenti, dimostrando empatia e comprensione – come nel caso di una giovane madre che richiede flessibilità per conciliare vita privata e lavoro – e che agisce di conseguenza, basandosi su una reale conoscenza delle persone piuttosto che sull'applicazione rigida di policy impersonali, farà la differenza. La vera umanità e la capacità di costruire relazioni significative saranno le chiavi per un futuro delle Risorse Umane di successo.


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Articolo aggiornato il: 19 giugno 2025
Talent Garden
Scritto da
Talent Garden, Digital Skills Academy

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