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Non competere con l'AI. Collaboraci!


L'intelligenza artificiale è uno dei temi più discussi e controversi del nostro tempo. Da un lato, c’è chi teme che questa tecnologia possa soppiantare interi settori lavorativi, portando alla perdita massiva di posti di lavoro. Dall’altro, c’è chi vede nell’IA un'opportunità per reinventare il lavoro e migliorare l’efficienza, lasciando spazio a nuove competenze e prospettive. Ma cosa ci riserva davvero il futuro? Rischiamo davvero di perdere il nostro posto in ufficio, o l’intelligenza artificiale sarà una compagna di viaggio capace di amplificare il nostro potenziale?
L’AI come strumento, non come sostituto
La paura che l’intelligenza artificiale possa sostituire i lavoratori umani è diffusa, ma in gran parte infondata, almeno per ora. Studi recenti, tra cui uno condotto da McKinsey Global Institute, mostrano che l’automazione e l'IA non porteranno a una “disoccupazione tecnologica” su larga scala, ma piuttosto a una trasformazione dei ruoli. La ricerca di McKinsey suggerisce che, sebbene 375 milioni di lavoratori in tutto il mondo potrebbero dover cambiare professione entro il 2030 a causa dell'automazione, questo fenomeno avrà anche il potenziale di generare nuove opportunità professionali. Secondo lo studio, la crescita delle competenze digitali potrebbe creare tra i 70 e i 130 milioni di nuovi posti di lavoro, in settori che spaziano dalla tecnologia alla sostenibilità e alla salute.
In particolare, il World Economic Forum, nel suo report "The Future of Jobs 2020", prevede che la crescente adozione di AI e automazione creerà 97 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2025. Questi posti riguarderanno principalmente settori come la tecnologia, la sostenibilità, e la gestione dei dati, con un focus sulle competenze legate alla progettazione, gestione e analisi dei sistemi automatizzati.
Il valore della formazione continua
Nel contesto della trasformazione digitale, è sempre più evidente che la capacità di adattarsi e imparare è il vero vantaggio competitivo. Non solo i giovani, ma anche i professionisti più esperti devono aggiornare continuamente le proprie competenze. Un esempio pratico viene dal settore del marketing: gli specialisti di marketing digitale non solo devono comprendere i principi della pubblicità online, ma devono anche essere in grado di utilizzare strumenti basati sull'IA per analizzare dati, personalizzare le campagne e prevedere le tendenze dei consumatori. In questo contesto, chi sa usare l'IA per ottimizzare i processi lavorativi ha un indubbio vantaggio.
Secondo una ricerca del World Economic Forum, nel 2025 il 50% dei lavoratori dovrà acquisire nuove competenze per rispondere alle sfide poste dalla digitalizzazione e dalle tecnologie emergenti. Questo evidenzia come la preparazione alla nuova era digitale non riguardi solo i tecnici, ma anche professionisti in campi più tradizionali, come le risorse umane e la finanza. In altre parole, la competenza nell’uso delle tecnologie emergenti diventerà un elemento fondamentale per il successo e la permanenza nel mondo del lavoro.
Nuove competenze per un mondo che cambia
Imparare a lavorare con l'intelligenza artificiale non significa solo acquisire conoscenze tecniche, ma sviluppare una nuova mentalità. L'AI, infatti, non è destinata a sostituire completamente il fattore umano. Al contrario, è destinata a diventare una risorsa che amplifica la nostra creatività, la nostra capacità decisionale e la nostra produttività. Le macchine possono raccogliere e analizzare enormi quantità di dati in tempi rapidissimi, ma sono gli esseri umani a prendere le decisioni strategiche, a valutare i rischi e a gestire le interazioni umane. In questo senso, l'AI diventa un alleato strategico, ma non un sostituto.
Le professioni che stanno per affrontare il cambiamento non sono solo quelle che si trovano in settori tecnologici o scientifici. Anche in ambiti tradizionali come il diritto, le risorse umane o la finanza, l’uso dell'intelligenza artificiale è già una realtà. In particolare, nel campo delle risorse umane, strumenti basati sull'IA stanno già trasformando la selezione del personale, migliorando la gestione dei talenti e aumentando l’efficienza nei processi aziendali. I professionisti di questo settore, tuttavia, devono evolversi per integrare l'IA nelle proprie operazioni quotidiane, assicurando che la tecnologia venga usata per supportare la crescita e il benessere dei dipendenti, non per rimpiazzarli.
Nel settore sanitario, ad esempio, l'IA sta già cambiando il volto della medicina. Secondo un rapporto di Accenture, l’intelligenza artificiale potrebbe contribuire a ridurre i costi del settore sanitario degli Stati Uniti fino a 150 miliardi di dollari all’anno entro il 2026, migliorando nel contempo la qualità delle cure. La tecnologia, infatti, viene utilizzata per migliorare la diagnosi, personalizzare i trattamenti e ottimizzare la gestione delle risorse. Ma questa evoluzione richiede anche che i professionisti del settore sanitario sviluppino competenze digitali per saper sfruttare appieno le potenzialità dell'IA.
Il ruolo dell’IA nella sostenibilità e nell’innovazione
L'intelligenza artificiale può anche giocare un ruolo fondamentale in settori come la sostenibilità e l'innovazione. Ad esempio, l'IA viene utilizzata per ottimizzare i consumi energetici, migliorare la gestione delle risorse naturali e ridurre gli sprechi. Un report di PwC stima che l'adozione dell'IA potrebbe generare fino a 13 trilioni di dollari di valore economico entro il 2030, gran parte del quale derivante dall'efficienza migliorata in vari settori, compresa la gestione delle risorse naturali.
Nel settore agricolo, l’uso dell’IA permette una gestione più efficiente delle coltivazioni, riducendo l'uso di pesticidi e fertilizzanti e ottimizzando i raccolti. Secondo la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura), l'intelligenza artificiale, insieme alla digitalizzazione dell'agricoltura, può ridurre gli sprechi alimentari e incrementare la produttività agricola, contribuendo a risolvere una delle sfide globali più gravi: la sicurezza alimentare.
Per restare al passo con questi cambiamenti, le aziende devono investire in formazione continua per i propri dipendenti, favorendo l'acquisizione di competenze che combinino le capacità tradizionali con le potenzialità offerte dall’intelligenza artificiale. Formare i professionisti in questo nuovo paradigma è fondamentale per garantire che l’AI venga utilizzata per migliorare il benessere collettivo, piuttosto che per sostituire la forza lavoro.
Guardare al futuro con fiducia
Mentre l’intelligenza artificiale continuerà a evolversi e a permeare sempre di più ogni ambito lavorativo, è essenziale non farsi sopraffare dalla paura del cambiamento. L'AI non è il nemico del lavoro umano, ma uno strumento che, se utilizzato correttamente, potrà migliorare le nostre vite, amplificare la nostra produttività e darci la possibilità di concentrarci su compiti più creativi, strategici e significativi. I lavoratori che saranno in grado di integrare questa tecnologia nei loro processi lavorativi saranno quelli che prospereranno, mentre coloro che non riusciranno ad adattarsi rischiano di rimanere indietro.
Il futuro del lavoro, dunque, non è fatto di tecnologie che tolgono il posto agli esseri umani, ma di nuove opportunità di crescita che nascono dall'integrazione dell'intelligenza artificiale con le competenze tradizionali. Con il giusto approccio e il giusto investimento nella formazione, l’AI può diventare la chiave per una carriera più soddisfacente e per un mondo del lavoro più inclusivo e dinamico.
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