If your time to you is worth savin' And you better start swimmin' Or you'll sink like a stone For the times they are a-changin'
Bob Dylan - The Times They Are A-Changin'
Il cambiamento è diventata ormai l’unica costante che caratterizza le nostre vite e quella delle organizzazioni. Un oceano nuovo, inesplorato, dove cambiano le tecnologie, si rinnovano i processi, si evolve il DNA e la cultura aziendale per adattarsi alle esigenze delle nuove generazioni. Proprio per questo, sentiamo sempre più spesso invocare dalle aziende il Change Management come unica soluzione per approcciare e gestire efficacemente questo periodo di trasformazione. Tuttavia, se c’è una cosa che abbiamo capito negli ultimi anni è che non tutti i cambiamenti del mercato sono prevedibili. E soprattutto, non tutti gli effetti del cambiamento sono gestibili dalle organizzazioni. Cerchiamo di capire il perché. Iniziamo provando a decodificare il contesto in cui viviamo. Per farlo possiamo ricorrere all’acronimo BANI, coniato da Jamais Cascio nel 2020. Cascio descrive il mercato odierno come: B – Brittle: fragile. Il sistema organizzativo è privo di resilienza e sensibile agli inattesi impulsi che provengono dalle periferie della rete. A – Anxious: ansioso. Si è diffuso un generale senso di urgenza all’interno delle aziende, insieme a una crescente ansia che ormai guida le interazioni e i processi decisionali. N – Nonlinear: non lineare. Gli eventi che accadono sembrano più scollegati e la minore linearità tra causa e effetto esige una pianificazione sempre più agile dei processi organizzativi. I – Incomprehensible: incomprensibile. La crescente complessità nel contesto e l’eccesso di informazioni non possono essere governati e richiedono di convivere con la sensazione di perdere il pieno controllo. A questo punto, la domanda che sorge spontanea è: ma come è possibile fare change management in uno scenario in cui il cambiamento è una costante così in-gestibile? Sembra il tentativo di costruire una casa mentre il terremoto scuote la terra sotto le fondamenta. Come Talent Garden crediamo che se da un lato il cambiamento non si possa completamente controllare, dall’altro risulta necessario creare le condizioni affinché le persone riescano ad affrontarlo. Abbiamo per questo sviluppato un approccio evolutivo, un percorso di crescita costante che fornisca alle persone gli strumenti e il mindset per ballare con il sistema. E in questa nostra jam session, sono 4 i fondamentali a cui ci appelliamo per permettere alle organizzazioni di adattarsi al ritmo del mercato: Education, Engagement, Exposure ed Empowerment. Le aziende devono quindi:Education vs Brittle
fornire alle persone competenze, strumenti e mindset per affrontare il futuro e per definire alternative solide ai paradigmi del sistema rendendolo più resiliente.
Engagement vs. Anxious
saper ingaggiare le proprie persone e creare consapevolezza, mettendole così nella condizione di fare proprio il purpose organizzativo e dargli forma e sostanza.
Exposure vs. Nonlinear
liberare le persone dai bias, facendole esporre alle comunità e alle reti di valore dell’ecosistema per attingere nuovo know-how e apprendere da contesti diversi per farli propri.
Empowerment vs. Incomprehensible
Supportare le persone nei propri processi di crescita, valorizzando talenti e attitudini individuali e favorendo l’intuito e l’energia creativa del gruppo.
In sintesi, le future sfide globali richiedono che le organizzazioni investano nelle proprie persone per poter continuare a nuotare; non esiste il cambiamento, esiste solo il futuro di cui possiamo essere protagonisti o comparse. Alziamo quindi il volume del nostro sound organizzativo e mettiamo le nostre persone al centro della pista. Ad oggi, non esiste rivoluzione più coraggiosa di questa. E voi, siete pronti a ballare? 🕺