Situazioni in cui puoi sentire la frase “buona la prima”:
- Durante le riprese di un film
- A una degustazione di torte
- Non durante una riunione di designer 🥲
Se lavori nel mondo del design lo sai, il rework è sempre dietro l’angolo. Soprattutto quando si tratta di progetti di UX in cui è importante realizzare prodotti adatti alle persone che li dovranno usare. In questo caso un errore può compromettere l’usabilità dell’intero prodotto, ecco perché si usano i test iterativi.
Cosa sono i test iterativi
Aiutano ogni designer a non commettere errori durante la realizzazione di un progetto. No, non sono angeli custodi. Sono i test iterativi 🤩
È la pratica di eseguire test ripetuti su un prodotto per valutare l’impatto delle modifiche che vengono man mano apportate. In altre parole seguire un processo iterativo significa ripetere un ciclo di pianificazione, esecuzione e revisione per ottenere un miglioramento continuo e risolvere errori durante tutto il processo di progettazione.
Può sembrare un processo complesso, ma il principio è molto semplice: si modifica il prodotto, si esegue un test di verifica per capire se la modifica è corretta, si raccolgono feedback che verrano poi utilizzati per le iterazioni future.
I test iterativi prevedono l’esecuzione di esperimenti ripetuti sulle varie caratteristiche e feature del prodotto e servono a valutarne l’efficacia e identificare le opportunità di miglioramento. Vengono spesso utilizzati anche per i test di usabilità coinvolgendo l* utenti, in questo modo ci si assicura che i prodotti soddisfino davvero le esigenze delle persone per cui sono pensati.
Sono molto utili nella fase dei prototipi, ma non c’è un solo momento in cui questi test possono essere applicati perché ogni fase della progettazione di un prodotto è caratterizzata dalla presenza di molte ipotesi, ognuna di questa va testata prima di procedere con quella successiva.
Perché sono così importanti
Immagina di lavorare con impegno a un progetto per mesi. Studi tutto nei minimi particolari, dall’esperienza all’interfaccia, e poi arriva il giorno del lancio del prodotto e scopri che l* utenti non sanno nemmeno da dove partire per usarlo 🤯
Ecco, questo non può succedere se si eseguono i test iterativi.
I test iterativi offrono vantaggi importanti per ogni progetto.
Il primo fra tutti è la possibilità di riconoscere e risolvere rapidamente un bug, l’esecuzione di test frequenti fin dalle prime fasi di progettazione infatti permette di correggere e migliorare i punti deboli. In questo modo consentono di intervenire solo su una piccola parte del progetto senza dover stravolgere tutto.
Non solo, aiutano a raccogliere informazioni importanti sul tema dell’usabilità. Come accennato prima i test iterativi sono molto apprezzati nel testare l’usabilità perché testando più volte ogni singola feature del progetto è più facile identificare i problemi che gli utenti potrebbero riscontrare nell’utilizzare il prodotto. Grazie alla raccolta di feedback direttamente dagli utenti è anche possibile pensare a nuove e più adatte funzionalità.
Ma soprattutto i test iterativi impediscono di commettere grandi errori che possono costare tempo e molti soldi. Invece di introdurre grandi cambiamenti e sperare che funzionano con questa modalità si modifica poco a poco, verificando costantemente che ogni modifica sia utile. Se il risultato del test sulla modifica è positivo si passa alla modifica successiva, se non funziona si scarta la modifica. In questo modo non si rischierà mai di scartare grosse fette di lavoro fatto e di perdere quindi risorse e tempo.
Se la paura di test costanti è relativa alla necessità di risorse per farli è importante ricordare che questi costi difficilmente supereranno il risparmio che si ottiene nel non investire in idee sbagliate o di affrontare immediatamente un errore.
Come si fanno
Sì, il principio del test iterativo è semplice. Ma impostarlo in maniera affidabile e in modo che porti a risultati e soluzioni applicabili non è così facile.
Prima di tutto è necessario avere bene in mente qual è l’obiettivo del test. In altre parole capire subito cosa si sta testando e perché. In questo modo sarà possibile stabilire le metriche necessarie a misurare la validità della caratteristica di prodotto che si sta testando. A questo punto si dovrà scegliere il modo in cui effettuare il test.
Poi si passa alla raccolta dei feedback. Dopo il primo ciclo di test si analizzano i feedback quantitativi e qualitativi raccolti dall* utenti. Nel primo caso servono a vedere le tendenze rispetto a una caratteristica di prodotto, nel secondo, invece, permettono di capire in maniera più approfondita il pensiero dell* clienti su una specifica funzionalità. In questa fase è molto importante che i test siano fatti sul giusto segmento di utenti: in base a cosa bisogna testare si deve scegliere il gruppo più adatto di persone che possa fornire un feedback utile alle modifiche o ai cambiamenti da apportare.
Una volta ottenuti i risultati è il momento di analizzarli. Dalla fase di analisi emergono i problemi ai quali è necessario trovare soluzioni. Per farlo bisogna pensare a nuove idee, fare sessioni di brainstorming che coinvolgano tutto il team per poter arrivare a nuove proposte. A questo punto le nuove idee vengono classificate in base al loro probabile impatto.
Fine? Certo che no. Le nuove idee generate dalla prima fase di test diventano ora il nuovo materiale da sottoporre all* utente per verificare se hanno portato al raggiungimento degli obiettivi prefissati in partenza. Anche in questo caso sarà molto importante scegliere il segmento di target da coinvolgere per validare le idee.
Se hai letto fino a qui ormai lo avrai capito: i test iterativi non sono solo utili per validare l’usabilità di un prodotto ma aiutano a identificare le aree da migliorare, le modifiche possibili e l’efficacia di queste ultime. Senza considerare che permettono di risparmiare tempo e denaro. Insomma non ci viene in mente una sola ragione per non usarli!