Brevi consigli per un efficace personal branding
La fase più bella e difficile: trovare lavoro
Succede ogni anno, da anni. Tantissime persone, ovunque nel mondo, terminano gli studi superiori e si preparano ad affrontare una sfida nuova e, per molte di loro, inedita: trovare lavoro. Nel 2023 in Europa si sono laureate 4.3 milioni di persone. Negli Stati Uniti invece ci sono stati 4.09 milioni di diplomi di educazione superiore.
La scelta del lavoro giusto, sia esso uno stage, un periodo di formazione sul lavoro, oppure un incarico a tempo determinato, è una fase molto delicata della vita di ogni persona. Le variabili sono davvero infinite: luogo di nascita, percorso di studi, supporto familiare. Eurostat con un sondaggio del 2021 ha rivelato che il contesto culturale è uno dei fattori che influisce più significativamente sugli atteggiamenti e le percezioni sul posto di lavoro in Europa.
Insomma, una regola d’oro non esiste. Eppure, quando si tratta di scegliere la cosa giusta da fare per entrare nel mondo del lavoro, il buon senso e la logica sono due strumenti preziosi per orientare le nostre scelte. Qualunque sarà la tua decisione, assicurati di fare una scelta che, dopo aver terminato gli studi, sia in linea con le tue aspettative.
In questo post non vogliamo riempirti di dati e statistiche sul mondo del lavoro. Vogliamo provare a fare qualcosa di meglio: aiutarti a migliorare la percezione esterna della tua figura professionale, per consentirti di aumentare le opportunità di trovare un lavoro soddisfacente e in linea con le tue aspettative.
Impariamo a raccontare la nostra storia. Personal branding: cos’è e come funziona
Tante sfide, insomma. Ma questo non vuol dire che non ci sia un modo per affrontarle e vincerle.
Quello di cui vorremmo parlarti noi ha un nome, si chiama “personal branding” ed è un processo strategico che possiamo utilizzare per costruire e comunicare un’immagine accattivante di noi stessi, definendo e sviluppando i parametri che riteniamo più adatti a definirci.
Il personal branding parte da un presupposto molto semplice. C’è un modo in cui immaginiamo noi stessi, un modo in cui ci immaginano gli altri e un’area di mezzo, in cui le due visioni si incontrano. Fare personal branding significa mettere a fuoco i nostri parametri, allinearli con l’immagine che gli altri hanno di noi, e renderli un punto di forza nel mondo del lavoro.
Ma quali sono questi parametri personali che possiamo sviluppare con il personal branding?
Sono i nostri valori, le nostre competenze, le nostre unicità: fare personal branding significa sostanzialmente spiegare al mondo chi siamo, cosa vogliamo, cosa ci rende speciali e quindi il motivo per cui potremmo essere proprio noi la figura professionale più adatta a ricoprire il ruolo nell’azienda o nell’istituzione in cui è aperta quella posizione.
Cosa è stato detto del personal branding per chi cerca lavoro?
- Jeff Bezos, il fondatore di Amazon, ha definito il personal branding come “ciò che le persone dicono di te quando non sei nella stanza”, sottolineando il legame molto stretto tra personal branding e reputazione.
- Secondo Tom Peters, colui che coniò questo termine negli anni ’90, il personal branding è l’arte di valorizzare il proprio valore personale come “marchio”.
- Altri autori – ad esempio Dan Schawbel e William Arruda – hanno voluto ampliare ancora di più il concetto, provando ad applicarlo a tutte le sfaccettature che riguardano il nostro profilo professionale e sociale. Per esempio, hanno incluso l’idea di costruire una “marca personale” autentica e riconoscibile che sia continuamente allineata ai propri obiettivi professionali.
Abbiamo imparato tre cose:
- Che l’immagine che abbiamo di noi stessi non coincide interamente con quella che gli altri hanno di noi, e per questo occorre lavorare se vogliamo che le due visioni coincidano.
- Che il personal branding può essere un esercizio molto gratificante: siamo noi a scegliere quali valori vogliamo trasmettere agli altri e che messaggio di noi stessi vogliamo rendere all’esterno.
- Che personal branding significa anche reputazione – un’altra carta vincente nel mondo del lavoro contemporaneo, da tenere sempre in massima considerazione.
Quattro consigli per un personal branding efficace
Ok, a questo punto ti starai chiedendo: cosa bisogna fare?
Proviamo a mettere le idee in pratica, condividendo quattro consigli fondamentali anzitutto per chi sta cercando lavoro – ma che in realtà possono essere utili a tutti i lavoratori, di qualsiasi età e livello di esperienza.
Del resto, lo abbiamo già detto: il personal branding è uno strumento attraverso cui costruire una reputazione solida ed efficace e sviluppare una rete di contatti preziosi per il futuro lavorativo.
Ecco i nostri quattro consigli:
1. Primo, costruite un profilo LinkedIn ottimizzato per le tue esigenze.LinkedIn lo conosciamo tutti, in pochissimi anni si è affermato globalmente come principale piattaforma per il networking professionale. Ci sono stati molti tentativi di imitazioni, ma i risultati sono stati piuttosto scarsi. Per cui, primo consiglio: non cercare alternative, per il momento LinkedIn rimane la migliore piattaforma tra quelle disponibili per creare contatti di lavoro. Poter contare su un profilo completo, aggiornato e ottimizzato per le parole chiave del settore di riferimento, aumenta notevolmente la visibilità e le opportunità di essere trovato dai recruiter.
Ricorda il principio di fondo: un profilo dettagliato, con competenze chiare e un sommario che mette in risalto i punti di forza, può aiutare a distinguersi. Un esempio? Secondo LinkedIn, i profili con foto professionali ricevono fino a 21 volte più visualizzazioni e 36 volte più messaggi rispetto ai profili senza foto. Ecco un esempio noto. Austin Belcak, un esperto nelle questioni legate allo sviluppo professionale, qualche tempo fa ha utilizzato la headline “Helping Job Seekers Land Jobs At Google, Microsoft & Facebook (Without Applying Online)” per attirare l’attenzione dei recruiter. La strategia ha funzionato: ottimizzando il suo profilo e condividendo contenuti di valore, Belcak ha raggiunto un pubblico di milioni e ha ricevuto offerte di lavoro da aziende di primo livello come Google e Microsoft.
2. Secondo crea contenuti e condividili attraverso le piattaforme digitali, seguendo la strategia delle 3 C: costanza, coerenza e consistenza.Chiunque può condividere contenuti online. Molti lo fanno. Pochissimi però lo fanno seguendo la regola delle 3C: costanza, coerenza e consistenza. Sembrano concetti semplici, eppure richiedono un po’ di impegno per essere applicati. In concreto:
Costanza, significa pubblicare con regolarità i contenuti. Attenzione: non devi esagerare. L’importante è mantenere un flusso di pubblicazioni regolare, con uscite programmate che non lascino intervalli troppo lunghi tra un’uscita e quella successiva.
Coerenza significa condividere contenuti su un tema rispetto al quale sei preparato o appassionato. Ovviamente nulla esclude che tu possa condividere contenuti casuali delle cose che vedi o delle persone che incontri. Ma se il tuo obiettivo è fare promozione, allora devi puntare su un tema e insistere rispetto a quello. Progressivamente, le persone inizieranno ad apprezzarti e a fare affidamento sulle tue conoscenze.
La consistenza, infine, è importantissima. Cerca di verificare sempre le informazioni che condividi. Prova a citare qualche dato, occasionalmente. Ma prima verifica le fonti. Nessuno ti chiede di essere giornalista, o si aspetta un livello di professionalità pari a quello di un giornalista. Ma di sicuro ci si aspetta attenzione.
Molti si chiedono se esista una piattaforma migliore rispetto alle altre (oltre a LinkedIn ovviamente, che abbiamo già citato). La risposta è no. Puoi sviluppare una comunicazione costante, coerente e consistente su qualsiasi social. Scegli quello sul quale ti senti più a tuo agio. Oppure esplorane più di uno, provando ad adattare leggermente i contenuti rispetto alle esigenze della piattaforma. Tra le formule migliori che consigliamo per sviluppare una strategia di personal branding ci sono le newsletter e i blog – due canali eccellenti per accreditarti come esperto in un settore. Condividere analisi, opinioni o trend di mercato è infatti tra le formule migliori sviluppare una reputazione professionale solida e fidelizzare un pubblico sempre più vasto, che può trasformarsi in un’importante rete di contatti. Questo approccio è stato ritenuto particolarmente utile soprattutto per i professionisti del marketing, della finanza o della tecnologia. Il 77% degli utenti internet legge regolarmente blog, e il 61% di loro è più propenso a considerare autorevole chi pubblica contenuti informativi e di valore.
Nel consiglio precedente ti abbiamo parlato di blog e newsletter. Sono entrambi strumenti digitali e può valere la pena averne uno per diffondere i vostri contenuti. Qui ti diamo un consiglio diverso: avere un sito web personale o un portfolio digitale è un metodo efficace per mostrare il proprio lavoro e le competenze, soprattutto per chi ha esperienze visive o creative (come design, scrittura o progetti di marketing). Il sito può fungere da “biglietto da visita” digitale e differenziarsi dai tradizionali CV, dando anche controllo su contenuti e presentazione. Pensa che, secondo uno studio di Forbes, il 56% dei selezionatori è più propenso a scegliere un candidato che può mostrare un portfolio online rispetto a uno che non lo possiede. Gary Vaynerchuk, esperto di marketing digitale, ha costruito il suo personal brand attraverso il suo sito web e i contenuti video, che l’hanno portato a diventare un’autorità nel settore e a costruire un'azienda di successo. Il sito funge da centro del suo ecosistema di contenuti e networking.
4. Quarto, investi più tempo ed energie in eventi di networking e conferenze di settoreCambiamo strategia. Finora ci siamo concentrati sul digitale. Invece il nostro ultimo consiglio per la tua strategia di personal branding è tutto analogico: partecipa a quanti più eventi di settore e conferenze possibile, per costruire una rete di contatti diretti e essere ricordato di persona, cosa che è spesso più efficace rispetto alle interazioni virtuali. Questi incontri forniscono opportunità di visibilità, e le conferenze possono essere occasioni per aggiornarsi sulle tendenze del proprio campo e presentarsi a futuri datori di lavoro. Secondo un’indagine svolta da Eventbrite, il 72% dei professionisti ritiene che il networking faccia aumentare le possibilità di essere ricordati per una futura posizione lavorativa. L’esempio migliore nel campo è quello di Brene Brown, autrice e speaker, che ha sfruttato la partecipazione a conferenze come TED Talk per costruire una solida reputazione. La sua presentazione sul coraggio e la vulnerabilità è diventata virale, contribuendo significativamente alla crescita del suo personal brand e alla sua notorietà globale.
In conclusione, cercare lavoro non è facile – prova a divertirvi mentre lo fai
Di una cosa siamo sicuri. I consigli che ti abbiamo dato nelle pagine precedenti possono essere utili a migliorare l’immagine che gli altri avranno di te dal punto di vista professionale. Ci sono però alcune regole che è bene tenere a mente prima di concludere.
Per prima cosa, dimentica quello che fanno gli altri e concentrati su quello che funziona per te. Assicurati di considerare i tuoi interessi e le tue opzioni quando scegli un percorso post-laurea per assicurarti che sia in linea con le tue passioni e che sia vantaggioso per la tua carriera.
Secondo: ricorda che il vero obiettivo di tutto il lavoro di promozione deve essere finalizzato ad accrescere la tua rete dei contatti. L’85% dei posti di lavoro viene occupato attraverso il networking, il che significa che puoi essere bravissimo promotore di te stesso online, ma devi ricordare che i contatti personali sono sempre la cosa più importante.
Buona fortuna!