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Un po’ di storia sul public speaking

Da quando le persone hanno iniziato a interessarsi di come parlare in pubblico, o public speaking – come dicono tutti? Non tutti sanno che, nonostante l’espressione inglese, l’esercizio della capacità di parlare in pubblico ha una storia molto più antica. È una storia che affonda le radici addirittura nelle società classiche greca e romana. 

  • Nella Grecia antica, la capacità oratoria era considerata una delle competenze essenziali per chiunque ambisse a posizioni di leadership politica o di rilievo pubblico. Uno dei più grandi oratori del tempo, Demostene, utilizzavano la sua capacità di parlare pubblicamente per influenzare le decisioni politiche e sociali del suo popolo. 

  • Nell’antica Roma la retorica era addirittura oggetto di insegnamento. Chiunque aspirasse a una carriera pubblica o politica doveva studiare le tecniche per parlare in pubblico e imparare dagli esempi degli oratori del passato. Uno dei più celebri oratori romani fu Cicerone. Quest’ultimo era bravo al punto da vedersi riconosciuto già dai contemporanei il ruolo di persuasore pubblico, attraverso discorsi retoricamente impeccabili. Potremmo quasi dire un influencer ante-litteram!

Fonte: ALAMY, 2023

Con il passare dei secoli, l’importanza del public speaking si è estesa oltre la sfera politica, ed è divenuta fondamentale per molte altre aree della vita sociale e professionale. Oggi le competenze di public speaking sono giudicate tra le soft skills essenziali per una importante crescita professionale. La capacità di comunicare efficacemente può – e spesso è – l’elemento distintivo rispetto ai colleghi e la porta di ingresso alle opportunità di avanzamento di carriera. I leader che riescono ad articolare le loro visioni e ispirare i loro team sono più propensi a guidare il cambiamento positivo e raggiungere i loro obiettivi. 

Fonte: Dreamstime, 2024

Nel frattempo è cambiato anche l’approccio al public speaking, principalmente a causa delle tecnologie digitali. Le piattaforme virtuali e i social media consentono a chiunque, ovunque e in qualsiasi momento di parlare a un pubblico globale. Pensateci: abbiamo tutti a disposizione un palcoscenico globale, un pubblico potenzialmente infinito e una quantità incredibile di argomenti di cui parlare. Sta soltanto a noi scegliere se vogliamo parlarne in modo coinvolgente e accattivante, raccogliendo consenso e interesse, oppure no.

 

 

Fonte: Storie a colori, 2024

Ad ogni modo, anche se non avete ambizione o interesse a parlare sui social network, ricordate che la capacità di interagire in modo maturo con gli altri, pubblicamente, può essere un vostro alleato prezioso sul lavoro

Condividiamo con voi tre dati, tratti da studi recenti: 

  • Il primo dato ci dice che il 70% dei professionisti ritiene che le competenze di public speaking siano fondamentali per il successo nella carriera. 
  • Il secondo dato quantifica in 85% la quota dei manager concorda sul fatto che la capacità di parlare in pubblico sia essenziale per ruoli di leadership e per lo sviluppo professionale. 

Il terzo dato ci dice che, a livello globale, più del 58% delle persone considera il public speaking una competenza critica per il mercato del lavoro odierno​.

Fonte: Ethos3, 2023


Insomma, è evidente che la capacità di parlare in pubblico non è solo un’abilità utile, ma una competenza essenziale nel mondo odierno, nella dimensione professionale e sociale. Vale la pena allora provare a seguire pochi consigli – noi ne abbiamo tre da condividere – per esercitarsi e migliorare. Se, dopo aver provato questi consigli, dovesse interessarvi il tema, sappiate che c’è un
’offerta formativa ricchissima al riguardo che vi aspetta.

Fonte: Sinlua, 2021

Primo consiglio: conosci il tuo pubblico

Uno degli errori più comuni che moltissimi oratori commettono, anche quelli esperti, è parlare senza prima conoscere il proprio pubblico.

Capire chi sono i tuoi ascoltatori è essenziale per strutturare un discorso che possa sembrare rilevante e coinvolgente. Se infatti riuscite ad arrivare direttamente alle esigenze, ai bisogni e alle aspettative del vostro pubblico, aumenterete enormemente le vostre possibilità di catturare la loro attenzione.

Per esempio, uno studio condotto dalla Harvard Business Review ha dimostrato che i relatori che personalizzano i loro interventi sulla base del pubblico ottengono un terzo in più di feedback positivi rispetto a coloro che utilizzano un approccio generico

Oppure c’è lo studio condotto dall’Interactive Media Association, che ha dimostrato che personalizzare il contenuto di una presentazione in tempo reale, ad esempio includendo contenuti generati dal pubblico, può aumentare l’engagement fino al 50%. Il coinvolgimento degli spettatori cresce sensibilmente quando percepiscono che il contenuto è allineato con i loro interessi o risponde direttamente alle loro domande. Questo tipo di interazione crea un senso di comunità e coinvolgimento più profondo, portando a una maggiore partecipazione attiva durante le presentazioni.

Fonte: QuestionPro, 2024


Già, vi starete chiedendo, ma come si fa a conoscere il proprio pubblico? A volte può essere più facile: se ad esempio sapete di dover parlare in una riunione con un numero di invitati già selezionato, allora è probabile abbiate già qualche informazione su di loro – o che possiate recuperarla senza fatica. Ma in altre occasioni potreste non essere così fortunati. Per esempio potrebbe capitarvi di dover parlare in contesti che non conoscete bene. Come comportarsi in queste situazioni?

La regola da seguire è semplice. Prima di ogni discorso, dedicate del tempo a fare ricerche sul pubblico che vi ascolterà. Ponetevi queste tre domande chiave e provate a dare loro risposta:

  1. Chi sono le persone a cui parlerò? Per esempio, se state parlando a un gruppo di manager senior, il focus potrebbe essere sulla leadership e sull’efficienza operativa. Per un pubblico di giovani imprenditori, invece, la vostra presentazione potrebbe enfatizzare l’innovazione e la crescita rapida. Un’indagine svolta dal Pew Research Center ha dimostrato che generazioni diverse hanno atteggiamenti molto differenti nei confronti della tecnologia e dei media. Un pubblico composto da millennials o Gen Z sarà più incline ad apprezzare presentazioni interattive e tecnologiche, mentre i baby boomers potrebbero preferire un approccio più tradizionale e strutturato.

  2. Quali sono i loro interessi o preoccupazioni principali? Per cui, ad esempio, se il pubblico è preoccupato per la sostenibilità aziendale, provate a concentrarvi su come la vostra proposta possa ridurre l’impatto ambientale. Se, invece, si tratta di innovazione tecnologica, enfatizzate i vantaggi competitivi che la tecnologia può offrire agli utenti.

  3. Quali informazioni desiderano trarre dalla mia presentazione? Durante una presentazione su un nuovo software gestionale, ad esempio, un team IT potrebbe ambire a conoscere dettagli tecnici; mentre il dipartimento finanziario vorrà sapere come il software può ridurre i costi. Soddisfare il desiderio di un ascoltatore sarà la chiave per renderlo più produttivo. Si stima che il 63% degli impiegati ritiene che una comunicazione chiara e diretta aumenti la loro capacità di prendere decisioni migliori

Nel momento in cui avete una risposta – anche approssimativa – a ciascuna di queste domande, allora sarete in grado di calibrare il vostro discorso. Potrete adattare il tono, il linguaggio e il contenuto. 

A proposito, se avete l’occasione di provare il vostro discorso (cosa che vi consigliamo di fare), provate a simulare diverse reazioni del pubblico. Chiedete a un amico o collega di farti domande difficili o di mostrarsi disinteressato, e cercate di adattare il tuo discorso in base alle loro risposte. 

Ricordate: la capacità di rispondere in modo flessibile alle reazioni del pubblico vi renderà più convincenti e consentirà a chi vi ascolta di sintonizzarsi sulla vostra stessa lunghezza d’onda

Secondo consiglio: parlare non significa solamente usare le parole

Finora abbiamo dato per scontare che parlare in pubblico si riferisse esclusivamente all’utilizzo della voce e dei contenuti. Sono importantissimi ovviamente, ma anche la comunicazione non verbale gioca un ruolo fondamentale nel public speaking

Il celebre psicologo Albert Mehrabian sostiene che oltre il 70% del messaggio che trasmettiamo durante un discorso è veicolato dalla nostra comunicazione non verbale, inclusi gesti, espressioni facciali e linguaggio del corpo. Il modello di comunicazione di Mehrabian, noto come il “7-38-55 Rule” afferma che: 

  • il 55% del significato nei messaggi viene trasmesso attraverso il linguaggio del corpo (gesti, postura, espressioni facciali); 
  • il 38% attraverso il tono della voce; 
  • mentre solo il 7% del messaggio è veicolato attraverso le parole stesse. 

Fonte: World of Work, 2024

Insomma, se il vostro linguaggio del corpo è incoerente con ciò che state raccontando, il pubblico potrebbe percepire insicurezza o incoerenza, compromettendo la credibilità del vostro messaggio. 

Per questo non è importante solamente quello che dite, ma anche come lo dite. Occorre quindi esercitarsi e seguire alcuni consigli:

  • iniziate registrandovi mentre provate il vostro discorso. Guardare le vostre registrazioni vi permetterà di notare eventuali tic o gesti involontari che potrebbero distrarre il vostro pubblico. Secondo la Harvard Business Review i relatori che si registrano durante le prove dei loro discorsi migliorano la qualità della loro performance del 23%, grazie all’auto-correzione di gesti e abitudini potenzialmente distraenti.
  • Cercate di mantenere sempre una postura aperta, con le spalle dritte e il petto sollevato. Una postura adeguata trasmette sicurezza e autorità. Anzi, una postura corretta aiuta anche a ridurre lo stress fisico e mentale, aumentando la produttività e l’umore.
  • Un altro aspetto cruciale è il contatto visivo. Secondo uno studio pubblicato su Psychology Today, mantenere il contatto visivo con l’audience per almeno il 60% del tempo aiuta a stabilire una connessione emotiva e a guadagnare fiducia. Esercitatevi davanti a piccoli gruppi di persone, concentrandovi su come distribuire equamente il contatto visivo tra tutti gli spettatori.
  • Infine, prestate attenzione alla vostra voce. La modulazione del tono, il ritmo e le pause sono strumenti potenti per enfatizzare i punti chiave del discorso. Un oratore che varia il tono della voce durante un discorso risulta più convincente e mantiene l’attenzione del pubblico più a lungo. Ad esempio, Barack Obama da Presidente degli Stati Uniti era noto per l’uso strategico delle pause e delle variazioni di tono, che non solo enfatizzavano i punti chiave del discorso, ma creavano anche una connessione emotiva con il pubblico. Questo ha reso i suoi discorsi particolarmente efficaci nel mantenere alta l’attenzione del pubblico.

Ricordate: un buon discorso comincia dalla voce, e prosegue nel modo in cui muovete le mani, la testa e gli occhi. Se questi elementi sono in armonia, il vostro messaggio arriverà diretto e chiaro a destinazione.

Terzo consiglio: fai di ogni discorso in pubblico una storia

Le storie sono una delle forme più antiche e potenti di comunicazione. Attraverso le storie, gli esseri umani sono in grado di creare connessioni emotive e trasmettere concetti complessi in modo semplice e memorabile.

Secondo un celebre studio condotto dalla professoressa Jennifer Aaker della Stanford University, le persone tendono a ricordare i dati inseriti in una storia fino a 22 volte meglio rispetto a quando vengono presentati come fatti isolati. Questo avviene perché le storie attivano diverse aree del cervello, comprese quelle legate all’emozione e all’empatia, rendendo il messaggio più coinvolgente e memorabile. Le storie non solo migliorano il ricordo delle informazioni, ma creano anche una connessione emotiva che facilita la persuasione.

Fonte: Novel Effect, 2024

 

Come si fa a diventare dei bravi nel raccontare storie? Ecco i nostri consigli:

  1. Iniziate includendo una storia all’inizio del vostro discorso, utilizzandola come mezzo per introdurre l’argomento principale. Le storie personali sono particolarmente efficaci perché rendono il discorso più autentico e umano. Probabilmente avrete sentito parlare del celebre discorso inaugurale di Steve Jobs alla Stanford University nel 2005. In quella occasione Jobs ha aperto il discorso raccontando tre storie personali, inclusa la sua esperienza con il cancro, rendendo il suo messaggio autentico e umano. Ha collegato queste storie all’importanza di seguire la propria passione e affrontare le sfide della vita. ​

  2. Se non avete storie personali rilevanti, potete sempre utilizzare aneddoti o casi studio legati al vostro tema. Per esempio, se state parlando di leadership, potreste raccontare di una sfida che avete affrontato come leader e di come l’avete superata. Un ottimo esempio in tal senso sono le presentazioni di Bill Gates per le sue campagne filantropiche sulla salute globale. Gates usa spesso esempi di casi reali, come l’implementazione di programmi di vaccinazione in paesi africani, per illustrare come soluzioni concrete hanno salvato milioni di vite. Questi casi studio rendono i suoi discorsi potenti e ben collegati ai temi della leadership e della risoluzione dei problemi globali​.

  3. Non è necessario che la storia sia complessa; anche una semplice narrazione che contiene un inizio, uno sviluppo e una conclusione può essere estremamente efficace. Nel 2014, durante il TED Talk di Chimamanda Ngozi Adichie, intitolato The Danger of a Single Story, l’autrice ha raccontato semplici storie della sua infanzia per mostrare come una singola narrazione possa influenzare la percezione delle persone. Con un inizio, uno sviluppo e una conclusione ben definiti, ha mostrato come narrazioni semplici e personali possano essere estremamente efficaci. Questo discorso ha superato i 30 milioni di visualizzazioni.​

  4. Ultimo consiglio: provate a esercitarvi a raccontare le vostre storie davanti a diverse tipologie di pubblico e chiedete feedback. Cercate di capire quali parti della storia suscitano maggior interesse e quali, invece, potrebbero essere migliorate o eliminate. Un esempio pratico di questo approccio lo offre Nancy Duarte, un’esperta di comunicazione e presentazioni. Nel suo libro Resonate, Duarte spiega come abbia testato la sua tecnica di narrazione davanti a diversi tipi di pubblico per capire quali storie suscitavano più interesse. Duarte raccomanda di usare feedback continui per migliorare la storia e renderla più incisiva. 

Ricordate: un buon discorso può diventare un ottimo discorso se racconta una storia alla quale i vostri ascoltatori possono affezionarsi, oppure dalla quale possono trarre ispirazione. 

Il futuro del public speaking

Sapete che ci piace sempre guardare avanti, per provare a capire cosa accadrà nel prossimo futuro rispetto ai temi di cui ci occupiamo in questo blog. Stavolta abbiamo fatto una piccola eccezione alla regola. Abbiamo già anticipato uno dei trend di maggiore impatto: la tecnologia, spiegando come sta influenzando in modo importante public speaking

Proviamo a concludere guardando più da vicino a tre macro-trend capaci di incidere sulle interazioni umane, e dunque di interesse per chi parla in pubblico, nel prossimo futuro. 

  1. Primo, con l’evoluzione e la diffusione delle piattaforme digitali, la comunicazione pubblica si sta adattando sempre più al formato virtuale. La pandemia di COVID-19 ha accelerato questa transizione, e oggi milioni di persone tengono presentazioni e discorsi attraverso piattaforme come Zoom, Teams o Webex. Pensate che il World Economic Forum prevede da qui ai prossimi dieci anni un significativo aumento nelle forme di comunicazione virtuale e dunque sul mondo del lavoro. Poiché parlare in presenza del pubblico o dietro uno schermo può fare tutta la differenza del mondo, il nostro consiglio è quello di esercitarvi sul fronte virtuale, migliorando capacità e anche la strumentazione in vostro possesso.

Fonte: Finances Online, 2024

 

2. Non dimentichiamoci l’intelligenza artificiale.
Gli strumenti basati su intelligenze meccaniche, come Orai o Speeko, possono analizzare la vostra voce in tempo reale, fornendo feedback su modulazione, ritmo e chiarezza. Questo tipo di tecnologia consente agli oratori di migliorare rapidamente le prorpie competenze e di adattare lo stile in base alle esigenze dell’audience. Qualcuno sostiene che i migliori speaker del futuro saranno algoritmi. Noi pensiamo che per un bravo speaker umano sarà utile farsi affiancare da assistenti virtuali nelle fasi di ideazione e realizzazione di un discorso
Articolo aggiornato il: 14 ottobre 2024
Talent Garden
Scritto da
Talent Garden, Digital Skills Academy

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