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E tu, hai i “superpoteri” necessari per affrontare le sfide del futuro?

Ci aspettano sfide formidabili nel futuro prossimo e in quello remoto! Quante volte avete sentito questa frase? Tante, vero? Eppure, se ci pensate, se è mai esistito un momento storico in cui le incertezze e i rischi superano le aree di sicurezza, beh allora è proprio quello attuale. Pensate all’automazione del lavoro umano e alla conseguente delocalizzazione dei servizi professionali, oppure all’interruzione delle catene globali del valore e all’impatto che tutto ciò sta avendo sulle aziende; oppure ancora pensate al crescente mismatch globale tra domanda e offerta di lavoro.

Per cui, senza esagerare, si può dire che ci servono dei Superpoteri” per affrontare queste sfide. Ed è esattamente quell oche dice Reid Hoffman, il fondatore del social network LinkedIn, successivamente diventato venture capitalist nel settore dell’Intelligenza Artificiale (IA): “L’IA è un superpotere attraverso il quale possiamo costruire un nuovo modo di lavorare”.

Peraltro ne abbiamo già parlato, proprio su questo blog. Nel 2023 e oltre, l’Intelligenza Artificiale è destinata a svolgere un ruolo sempre più vitale nella nostra vita, a tutto tondo: dalla dimensione sociale a quella politica ed economica, oltre naturalmente alla sfera professionale.

Qualche numero da tenere in considerazione:

  • Si stima che l’intelligenza artificiale porterà ad aumentare il valore totale annuo di beni e servizi prodotti a livello globale del 7%, e nel frattempo impatterà (fino a sostituire) 300 milioni di posti di lavoro a tempo pieno (il 20% dei quali nell’area dell’Euro).

 

  • L’Intelligenza Artificiale sta progressivamente automatizzando, personalizzando e perfezionando i processi produttivi in settori industriali molto sviluppati e diffusi come l’assistenza sanitaria, l’e-commerce, il settore bancario, la pubblica istruzione, le infrastrutture e i servizi professionali – e continuerà a farlo nel prossimo futuro.  

 

  • Si prevede che i grandi modelli linguistici e l’intelligenza artificiale generativa accelereranno l’apprendimento personalizzato e applicato all’interno e all’esterno del luogo di lavoro. La conseguenza più evidente è che i percorsi educativi lineari stanno diventando obsoleti e saranno presto sostituiti da metodi di apprendimento guidati dalle macchine e peer-to-peer.

Ora però un attimo di attenzione. Accanto al superpotere dell’Intelligenza Artificiale ce n’è un secondo di importanza altrettanto fondamentale. Anche questa riguarda l’intelligenza, ma questa volta umana, non artificiale: è l’intelligenza emotiva

Tradizionalmente intesa come la capacità di gestire le nostre emozioni e di comprendere le emozioni delle persone che ci circondano, l’Intelligenza Emotiva è stata a lungo relegata nei campi delle neuroscienze e della crescita individuale e della motivazione personale.


Non è più così oramai da tempo. Pensate che:

  • 71% dei responsabili delle risorse umane ritiene l’intelligenza emotive tanto importante quanto il quoziente intellettivo; tanto è vero che 70% delle aziende Fortune 500 sta accantonando dei budget per formare l'Intelligenza Emotiva.

  • Il World Economic Forum ha inserito l’intelligenza emotiva tra le 10 principali competenze necessarie ai lavoratori già nel 2020. Nel 2023, il 58% di ciò che determina il successo in un settore professionale viene attribuito proprio a questo tipo di intelligenza. I Millennials con un punteggio di intelligenza emotive più elevato hanno il 290% di probabilità in più di trovare un lavoro altamente soddisfacente; infine, le persone capaci di interpretare correttamente le emozioni altrui sono remunerate $28,000 min più del salario medio. Addirittura i responsabili vendite che hanno ricevuto una formazione nel campo dell’intelligenza emotiva superano gli altri gruppi mediamente del 12%. Significa, tradotto in pratica, $55,000 in più a testa.  

 

  • Come abbiamo scritto su questo blog, avere la capacità di dare risalto a colleghi e coetanei, oltre a possedere una mentalità creativa e curiosa (tutte sfaccettature critiche dell’Intelligenza Emotiva) è la chiave per una carriera promettente, ovunque nel mondo, in qualsiasi campo professionale.

Insomma, ci siete sul punto? Questi due “superpoteri” dell’intelligenza artificiale ed emotiva sono assolutamente trasversali. Sono cioè alleati preziosi per chiunque, in qualsiasi fase della propria carriera, in qualsiasi campo professionale. C’è però una categoria che non può assolutamente farne a meno: sono i leader di oggi e soprattutto quelli di domani. È a loro che ci rivolgiamo ora: sono pronti ad affrontare il futuro?

 

Intelligenza artificiale e leadership

Cominciamo con l’Intelligenza Artificiale. Per i leader di domani, è il primo “superpotere” essenziale per gestire con successo le sfide complesse del futuro.
In che modo?
Riprendiamo dai dati. Nel 2023, 35% delle aziende usano già sistemi di intelligenza artificiale, con un ulteriore 42% di aziende che sta pensando di implementare forme di intelligenza artificiale in un futuro prossimo. Le dimensioni del mercato mondiale di questo tipo di intelligenza nel 2022 hanno raggiunto i 136,6 miliardi di dollari, un aumento enorme rispetto ai 93,5 miliardi di dollari del 2021 – e ancora più grande se confrontato con i 1.811 miliardi di dollari previsti per il 2030. 

 


Facciamo un paso avanti rispetto all’elemento finanziario, la domanda è: qual è il più grande vantaggio che l’Intelligenza Artificiale sta portando alle aziende e cosa significa per la leadership? Qui ci occorre considerare quattro cose:

  • La prima è che l’Intelligenza Artificiale migliora il pensiero creativo e critico. Per le aziende che implementano soluzioni di Intelligenza Artificiale, il vantaggio principale consiste quindi nel risparmio di tempo e costi da compiti ripetitivi che in passato occupavano tempo e risorse preziose (penate all’inserimento dati e alla fatturazione, per citare due casi tra i più noti). Ciò significa anche che con l’Intelligenza Artificiale molti dipendenti possono concentrarsi su compiti di livello superiore che richiedono più pensiero critico e creatività. I leader e i dirigenti avranno quindi un ruolo sempre più importante nello sfruttare le capacità creative dei dipendenti.

  • In secondo luogo, l’Intelligenza Artificiale migliora il processo decisionale, rendendolo più rapido ed efficiente. Nel mondo che conoscevamo prima dell’avvento dell’Intelligenza Artificiale, la maggior parte della gestione era dedicata a compiti amministrativi. Poiché i processi aziendali guadagnano tempo grazie all’Intelligenza Artificiale, ci si aspetta sempre più che i manager abbiano una visione strategica per orientare le attività aziendali verso la sperimentazione, l’apprendimento e la collaborazione.

 

  • Terzo, le aziende hanno disperatamente bisogno dei migliori talenti per sviluppare soluzioni di Intelligenza Artificiale che siano innovative, competitive e destinate a vincere. Come ha dettop Davide Dattoli, l’Amministratore Delegato di Talent Garden, in una recente intervista,  la competizione globale per attrarre e trattenere i migliori professionisti è davvero feroce. La Svizzera, Singapore e la Danimarca si posizionano attualmente nella Top 3 del global talent competitiveness index, con molti Paesi europei che popolano la Top 25. Ma attenzione perché la classifica è mobile e le cose si muovono velocemente: nel 2022 la Cina è salita al 36° posto, diventando il Paese a reddito medio-alto più competitivo in termini di talenti. Ecco la sfida per i leader: devono essere proattivi nello stanziare fondi sufficienti per la sperimentazione, attirando e sviluppando i talenti giusti.

  • Attenzione perchè oltre a grandi vantaggi, l’Intelligenza Artificiale porta anche nuovi problemi. Penate ad esempio al tema della privacy dei dati, al rischio di discriminazione attraverso gli algoritmi e alla trasparenza. Sostenere l’Intelligenza Artificiale richiede quindi alle aziende di affrontare le sfide legate ai dati, alla tecnologia e alla governance, compresi gli aspetti critici legati all’etica e alla responsabilità degli algoritmi. Per questo motivo, i futuri leader devono garantire che i sistemi di Intelligenza Artificiale siano sviluppati e utilizzati in modo responsabile, con controlli e salvaguardie adeguate.

Per cui, in sintesi: la superpotenza dell'Intelligenza artificiale sta trasformando i processi produttivi, liberando energie creative, accelerando i flussi di lavoro e attirando nuovi tipi di competenze in azienda. Ecco perché sono sempre più necessari leader esperti di intelligenza artificiale: persone che coltivino la cooperazione in azienda, che siano in grado di motivare i colleghi e che sappiano gestire l’etica degli algoritmi.

L'intelligenza emotiva e la leadership

Aniamo avanti, parliamo ora del secondo superpotere: l’intelligenza emotiva.

Quando nel 2016 è stato chiesto loro di quali competenze avrebbero avuto più bisogno nel decennio successivo, la maggior parte dei manager intervistati dalla Harvard Business Review ha sottovalutato le competenze sociali che sono fondamentali per fare rete, fare coaching e collaborare.  


Eppure appena pochi anni più tardi, l’Intelligenza Emotiva ha smesso di essere una semplice parola d'ordine aziendale, per diventare un fattore influente con un impatto diretto sulle strategie e sui ricavi delle aziende. È proprio il caso di dire che anche in questo caso l’impatto sulla leadership è molto importante:

  • Il Covid-19 ha travolto il concetto di ufficio che conoscevamo tutti. La grande maggioranza dei lavoratori (72% a livello mondiale) oggi preferisce un mix di lavoro a distanza e in ufficio, con i lavoratori in settori ad alto livello di conoscenza che esprimono la maggiore soddisfazione per le forme di lavoro a distanza. In Italia, il 68% delle grandi aziende e il 45% delle amministrazioni pubbliche ha avviato un ripensamento degli spazi di lavoro. In particolare, 52% delle grandi organizzazioni, il 30% delle piccolo e medie impree e il 25% delle strutture pubbliche hanno già avviato o sono in procinto di lanciare modifiche importanti agli ambienti di lavoro. In Cina, Francia, Germania, India, Giappone, Spagna, UK e Stati Uniti, la nuova pianificazione degli spazi di lavoro delle aziende mira a una riduzione complessiva dello spazio del 30%. Dal punto di vista dell’intelligenza emotiva, i nuovi leader devono essere in grado di entrare in empatia con i team di lavoro che non sempre operano in presenza, e devono anche essere in grado di risolvere i conflitti e motivare i loro collaboratori.

 

  • Con la digitalizzazione e la tecnologia, molte aziende e professionisti hanno scoperto nuove possibilità di fare affari in mercati prima sconosciuti. Qualche dato interessante: I professionisti che hanno dedicato almeno 6.3 ore per settimana alle attività di networking hanno poi dichiarato che queste ultime hanno gioato un ruolo cruciale nel loro successo; 85% delle offerte di lavoro vengono occupate proprio tramite il networking; e, infine, 80% decisioni di acquisto Business to Business (B2B) si basano sull’esperienza diretta o indiretta del cliente (ripetto ad appena il 20% che si basa sul prezzo o sull’offerta effettiva). Sapete già cosa significa che un leader è intelligente dal punto di vista emotivo? Chiaro: che ha capacità di creare una spirale di fiducia ascendente e auto-rinforzante tra i membri del team, oltre ad avere la capacità di alimentare un ambiente aziendale costruttivo e stimolante.

La storia ci racconta di molti leader che erano intelligenti emotivamente. Martin Luther King era in grado di entusiasmare le persone con le sue parole e il suo tono di voce; Robert F. Kennedy ha dimostrato grande empatia ricalibrando le sue priorità politiche per dare una risposta alle esigenze della comunità degli afroamericani; Winton Churchill ha incantato il pubblico con il tono umoristico dei suoi discorsi.

Anche la leadership emotiva contemporanea può contare su esempi rilevanti. Jeff Bezos ad esempio ha dimostrato di avere una prospettiva a lungo termine sulla strategia aziendale e sulle relazioni (con i clienti e tra i dipendenti); John Donahoe (eBay) caratterizza la sua leadership per la consapevolezza di sé e la capacità di ascoltare; Ursula Burns è salita al ruolo di CEO di Xerox (diventando anche un caso di studio nello sviluppo organizzativo in qualità di prima transizione di leadership da donna a donna in un’azienda) grazie alla sua assertività che ispira i suoi dipendenti.

 

Come si bilanciano la tecnologia e l’umanità nella leadership moderna?

Con I due supperpoteri che danno man forte alla leadership digitale, sembrerebbe che ci attende un futuro ricco di trasformazioni. Vediamolo insieme:

  • Avremo leader più tecnologici o più emotivi? Entrambi, ovviamente. Nel 2022, i 20 marchi più performanti nel campo dell’intelligenza emotiva hanno tutti aumentato in modo significativo il valore per gli azionisti: gli utili sono aumentati del +910%. Google, Netflix e McDonald’s hanno registrato i maggiori aumenti del valore per gli azionisti, dimostrando appunto che i marchi emotivamente più intelligenti crescono anche più velocemente.
  • Al timone di quali aziende è più probabile trovare i leader dell’era digitale? In quelle digitali naturalmente, ma non solo. Agritech, edtech e tutte le tecnologie legate all’energia sono considerate come quelle strategicamente più importanti nel prossimo decennio in oltre 120 economie.

 

  • E infine, che aspetto avranno i leader tecnologici ed emotivi? Ci auguriamo anzitutto che ci siano tanti uomini quante donne. Ad oggi infatti, le donne in posizioni leadership sono ancora rare.  Le donne rappresentano il 28% dei membri dei consigli di amministrazione, il 20% dei dirigenti, il 26% degli alti dirigenti e il 38% della forza lavoro totale. Solo 18 aziende hanno raggiunto il 40-60% di donne a tutti i livelli, dalla base ai vertici.


Per concludere, siamo partiti dicendo che la tecnologia, e l’intelligenza artificiale in particolare, è importante sia per i professionisti che per le aziende. La sfida, per i primi, è quella di tenersi al passo con la formazione, aggiornando le proprie competenze e praticando tutti gli ultimi sviluppi del mercato dell’intelligenza artificiale. 

Abbiamo poi detto che la tecnologia non è sufficiente da sola. Sarebbe stato troppo facile. Ha bisogno di un’altra intelligenza, quella emotiva. Ma se questa può sembrarvi una cattiva notizia, non disperate ancora. La capacità di provare empatia è qualcosa che si può imparare e praticare. Ad esempio, ampliando la vostra cerchia di contatti, investendo maggiormente nel lavoro di squadra, cercando di mettersi nei panni dei vostri colleghi.

E qui arriviamo al punto più importante: saper bilanciare la vostra sete di tecnologia con il desiderio di relazioni umane. Coltivate la prima imparando e la seconda relazionandovi con gli altri. Con questi superpoteri, sarete davvero irresistibili.

 

Articolo aggiornato il: 16 novembre 2023
Talent Garden
Scritto da
Talent Garden, Digital Skills Academy

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